Sexygate a Santa Marinella, la verità di Tidei: “Vogliono farmi cadere”
Politica
7 Ottobre 2023
Sexygate a Santa Marinella, la verità di Tidei: “Vogliono farmi cadere”

SANTA MARINELLA (RM) – Continuano a piovere accuse sulla testa di del sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, che dopo lo scandalo per i filmati piccanti ripresi dalle cimici della Procura negli ambienti del Comune, ora viene attaccato dal suo storico factotum che sostiene di non essere stato pagato per molti dei lavori fatti nelle proprietà del primo cittadino. “Mi sembra chiaro che da quelle intercettazioni consegnate per errore ai miei avversari politici e pubblicate su La Verità – scrive Tidei in lungo e assertivo post – emerge un piano, un progetto preciso teso a farmi cadere. Si tratta solo del secondo tempo di quel piano di quel progetto per il quale io, a marzo di due anni fa, mi sono rivolto ai carabinieri denunciando a mia conoscenza. I soggetti sono gli stessi, e il 12 ottobre sarà il Gip a stabilire in merito al rinvio a giudizio del consigliere Roberto Angeletti e dell’imprenditore Fabio Quartieri identificati dalla Procura rispettivamente come esecutore e mandante (se volete corrotto e corruttore). Il secondo tempo di quello stesso progetto criminoso è scattato con la pubblicazione delle intercettazioni di quella inchiesta. Una sorta di racconti di Canterbury pubblicati a puntate da La Verità con stralci delle 4mila ore girate dalle telecamere della Procura. I detrattori utilizzano solo le registrazioni fatte in Comune (mai guarda caso quelle nella loro auto o nei loro telefoni), ma solo i miei fatti personali, privati o privatissimi per gettare discredito non sulla mia politica, non sulle cose fatte ma sulla mia persona, su quella di mia moglie e su tutta la famiglia. È ovvio che abbia reagito passo dopo passo, insinuazione dopo insinuazione, a livello legale dando ampio mandato ai miei avvocati. È altrettanto ovvio che i legali abbiano chiesto la distruzione del materiale indebitamento detenuto e utilizzato ai miei danni con udienza fissata il 14 novembre”. “L’ultima puntata di questi racconti – continua Tidei venendo alle accuse mossegli dal suo factotum – ha visto protagonista un mio ex dipendente che interpreta la parte del ‘povero immigrato’ che insieme alla sua famiglia e ai figli avrei vessato, sfruttato nel lavoro dei campi e persino trattenuto in una sorta di prigione senza porte senza finestre. Le sue lacrime bagnano le pagine de La Verità che risulta ormai umida e appiccicaticcia. Ovviamente questo signore prima di rivolgersi alla redazione aveva tentato di estorcermi prima 90mila e poi 30mila euro secondo quanto il giornale racconta per essersi fatto consegnare i messaggi che nel frattempo l’albanese mi aveva inviato. Ovviamente non ho ceduto e ovviamente La Verità del giorno dopo si è prestata pur sapendo delle estorsioni in alto e diventandone in qualche modo strumento”. “Attaccare un sindaco – conclude il suo post Tidei promettendo battaglia -, me o uno qualsiasi altro sindaco, all’indomani della sua rielezione al primo turno con oltre il 50% dei voti non è politica. E’ un disegno eversivo, che a questo punto emerge molto chiaro, di chi vorrebbe introdurre i suoi interessi e il suo malaffare, coprire i suoi abusi edilizi e le sue speculazioni. È un disegno al quale non mi sono mai prestato e mai mi presterò. Le speculazioni saranno respinte, gli abusi puniti come la legge prevede. È questo è bene che i miei detrattori lo sappiano da subito”.

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