La crisi sembrava alle spalle: la doppia larghissima vittoria tra Udinese e Lecce aveva riportato ciel sereno a Napoli e spento tensioni tra club e Victor Osimhen. Sembrava, imperfetto indicativo. Già, non tanto per la sconfitta col Real, ma per quella clamorosa incassata domenica sera al Maradona. Voce grossa, anzi grossissima, quasi urlante della Fiorentina. Una Fiorentina sontuosa, latitudini Champions League Mattatore? Storia splendida, Jack Bonaventura. Mille infortuni alle spalle, esperta carta d’identità, finalmente continuità, ennesima serata fertile e prolifica, riconvocazione in nazionale tanti anni dopo. Sontuosa gara al Maradona a spezzare a metà la difesa del Napoli, trafitta dal doppio colpo in inserimento: un gol per tempo, il primo chiuso da Brekalo, nel mezzo il pari dal dischetto di Osimhen, il secondo col diagonale perfetto proprio di Bonaventura. Motore e sostanza, ma tempi e qualità sempre straordinari. E Jack si gode il suo momento d’oro, la sua gente, la prossima imminente visita a Coverciano. Nel finale, col Napoli tutto aperto, chiude tutto Nico Gonzalez, il gioiello di maggior spicco di Vincenzo Italiano, che si gode il sontuoso quarto posto in solitaria lasciando dietro gli azzurri, a dimostrazione della splendida bontà del progetto viola. Musi lunghi in casa azzurra ed ancora pesanti giudizi verso Rudi Garcia. Stavolta il Napoli ha creato anche se sprecone, ma atteggiamenti superficiali e fragilità difensiva preoccupano, eccome. La piazza contesta altresì gli stessi cambi: non è semplice. La vetta torna a sette punti: decisamente tanti per una squadra campione d’Italia in carica. ADL incassa e riflette, la piazza si lamenta, ma Rudi resta saldo: non è in discussione, nemmeno per sogno. Dopo la sosta servirà continuità, una volta per tutte. Altrimenti, nel calcio si sa, tutto può cambiare.
