Prosegue la sfilata dei grandi ospiti del mondo del calcio italiano al Festival dello Sport di Trento, classico appuntamento di metà ottobre che storicamente avvicina grandi figure al pubblico tra eventi e spettacoli. Sul palco trentino del sabato stavolta Marotta, amministratore delegato dell’Inter, uno dei dirigenti più vincenti dell’ultimo decennio. L’Inter è arrivata alla sosta seconda nonostante il pesante derby vinto ad inizio settembre, superata dal Milan che conduce le danze due lunghezze più su. Una settimana per ripartire e puntar la freccia del controsorpasso.
Ma il campionato è lunghissimo. Una corsa ad ostacoli che dura più di nove mesi, piena di percorsi, momenti e contesti tremendamente variabili. Dall’alto della sua esperienza Marotta lo sa e carica l’Inter, sostenendo quanto e come il vero cavallo di razza si veda soltanto all’arrivo. “Viviamo un momento positivo – spiega – stiamo proseguendo un ciclo iniziato qualche anno fa. Ora c’è maggiore consapevolezza nei nostri mezzi. Credo che debbano essere lette le prestazioni effettuate in questo corso di stagione in senso positivo, siamo stati fin qui autorevoli protagonisti: per la lotta scudetto siamo altamente competitivi. Ovviamente, vincere la Champions sarebbe motivo di soddisfazione straordinaria per tutti, un regalo per gli interisti, ma da realista dico che è difficile perché in Champions non sempre vince la squadra più più forte: ci sono circostanze favorevoli, date da sorteggio o da situazione degli avversari. Il campionato è una corsa a tappe dove vince di sicuro il più forte”.
Inter quest’anno ripartita con Lautaro al centro dell’attacco sostenuto dal nuovo colpo Thuram. Lukaku, dopo vicende e schermaglie estive, diventa soltanto passato: “Il calcio è uno sport dove il denaro la fa da padrone. Lukaku fa parte del passato, ma io guardo al presente e al futuro. Non so a cosa si riferisca quando dice che se parla lui succede un casino: è liberissimo di parlare. Non credo che la panchina in finale di Champions abbia pesato sulla sua decisione. Accettare l’Inter non dipende da un momento, ma dal rapporto che sussisteva prima, quello di fiducia e rispetto. Noi abbiamo la coscienza a posto – chiude Marotta – nessuna componente societaria gli ha mancato di rispetto. Il resto è una polemica su cui non vogliamo cadere”.

