Alla fine i 30mila fischietti rimarranno tremendamente inutili. Non sussisteva bisogno. Evanescente Roma, evanescente, di conseguenza, l’uomo più atteso e contestato dal popolo nerazzurro, Romelu Lukaku. L’Inter vince soltanto 1-0 ma ai punti avrebbe senz’altro meritato una vittoria più netta. Inzaghi ottiene quel che desiderava comunque, un successo che consente all’Inter di staccare ulteriormente il Milan, adesso scavalcato dalla Juve, e mantenere la vetta solitaria della classifica. Le ambizioni nerazzurre, quelle Scudetto, sono chiarissime. Una Roma densa, difensiva come sempre e a blocchi bassissimi che raramente nel primo tempo a dir la verità era riuscita a superare la metà campo. L’Inter attacca e comunque crea. Ha saputo aspettare come capita alle grandi squadre ed in piena ripresa ha colpito: gran solito cross di Dimarco, timbra Thuram, che vince lo scontro diretto con Lukaku e si gode un popolo nerazzurro nel confronto tra i due ormai tutto per lui. Una Roma falcidiata da mille assenze stavolta troppo pesanti, tra Dybala, Pellegrini e Spinazzola tutti fuori mancava chiaramente una fonte di gioco. Negativa la prestazione dei centrali, N’Dicka su tutti. Ma a parte un inserimento di testa di Cristante in piena ripresa sostanzialmente nessun tiro a porta, poco o francamente nulla. Nonostante queste assenze si poteva e doveva provar a far di più. Troppo troppo rinunciataria. Non sono certamente quelli di San Siro i punti che mancano alla Roma del Mou 3.0, ma l’impressione è che la strategia alla base del risultato stavolta sia stata tremendamente sterile. Un muro, per nulla forte, che prima o poi sarebbe caduto. E così è stato. Tardive anche le sostituzioni. Una Roma che per larga parte di gara sembrava in balia del suo destino, un destino che significava Inter. Serve di più: tutti devono crescere.

