Il secondo tempo di Napoli-Milan può veramente diventare il punto di svolta del Napoli di Garcia. Balbettante per tutta la prima parte di stagione, con un allenatore discusso prima dell’ultima sosta e finito sul primo banco degli imputati, una squadra ancora a caccia di continuità e ritrovare quell’identità da vertice che caratterizzò i campioni d’Italia nella passata stagione. L’ultima sosta ha sottratto al Napoli la sua punta di diamante, Viktor Osimhen, che ne avrà almeno per altri 20 giorni e tornerà dopo quella di novembre. Le alternative azzurre sono sempre state, seppur con caratteristiche diverse e anche proprio tra loro, Raspadori e Simeone. Nessuno dei due, però, da solo, ha consegnato stavolta risposte confortanti al loro allenatore. Per questo, sotto 2-0 all’intervallo col Milan, l’intuizione, chiaramente particolarmente offensiva in quanto le circostanze della gara coi rossoneri in quel momento lo richiedevano eccome, è stata quella di risolvere il ballottaggio e lanciarli entrambi in concomitanza. Senza rinunciare naturalmente ad ali in stato di grazia come Politano e gioiello assoluto Kvara. Un 4231 o 424 a trazione particolarmente anteriore: certo, si panchinano diversi centrocampisti, ancora bocciato Elmas come Cajuste, Zambo non è ancora totalmente recuperato, non può essere una soluzione definitiva. Anche perché con soli due centrocampisti si vanno forse sin troppo a strozzare le caratteristiche di Zielinsky, in questa maniera costretto a troppi straordinari. Non è chiaramente una soluzione a lunga scadenza, non può esserlo anche perché prima o poi tornerà Osimhen a riprendersi ovviamente lo scettro al centro dell’attacco azzurro. Non può esserlo nemmeno contro grandissime squadre: gli equilibri prima di tutto. Ma contro squadre tecnicamente di rango inferiore può diventare opportunità netta e concreta per le prossime settimane, a partire da domani, derby campano a Salerno. Nella ripresa col Milan Jack Raspadori ha evidenziato tra le linee tutte le sue caratteristiche migliori: viene dentro, dialoga, palleggia, lega, ispira. Simeone riempie più l’area ed è senz’altro meno solo, più accompagnato. Insomma, una presenza concomitante che favorisce le caratteristiche di entrambi, reciprocamente. I due si completano: lanciandoli entrambi, crescono entrambi. E cresce il Napoli. Anche Rudi l’ha capito. Domani probabilmente in campo sia Raspadori che Simeone, dal primo minuto.

