Successo di tutto. Notte da incubo in un tempio storico come il Maracanà. Quello avvenuto stanotte in Brasile sono scene che fanno malissimo all’etica, agli appassionati, a tutti, soprattutto allo sport. Che tra Brasile e Argentina storicamente non corra buon sangue e che sussista, da decenni e decenni, una delle rivalità più aspre a livello di calcio internazionale non è sicuramente una novità. Ma quel che è successo ieri riproietta tutti indietro di troppi anni, tempi di una cultura sportiva allora deprecabile. E stupisce che sia successo ancora ai giorni d’oggi. Premessa. A dispetto del passato, al Maracanà stavolta per i tantissimi tifosi ospiti argentini, 3000 per la precisione, non è stato allestito alcun settore particolare diviso dal resto del pubblico di casa. Tutti insieme appassionatamente. Durante gli inni sono partiti fischi prima, insulti poi, e resse step successivo tra pubblico di casa e quello ospite a contatto. Successivamente è quindi intervenuta tempestivamente la polizia brasiliana scegliendo i metodi più aspri, attaccando con manganelli la parte più calda del pubblico argentino. Una volta resosi tutti conto di quanto stava succedendo, la partita non è minimante iniziata perché i calciatori argentini guidati da Messi si sono immediatamente riversati sotto il settore occupato dai tifosi albicelesti in quel momento aspramente attaccanti dalla polizia brasiliana. Sangue, alcune immagini veramente difficili da digerire. Addirittura il portiere campione del Mondo, Emiliano Martinez, è saltato all’inizio degli spalti per stoppare l’aggressività di un poliziotto col manganello. Immediata la decisione di leader Messi che ha chiamato a raccolta tornando a centrocampo tutti i suoi compagni di squadra: “Non giochiamo, ce ne andiamo”. Inaccettabile, ha preso e ritirato la squadra negli spogliatoi. La partita sarebbe poi iniziata con mezzora di ritardo, una volta che le acque, al termine di minuti di follia e terrore, si fossero calmate.