Completamente una nuova gestione. Completamente una nuova dirigenza dopo fulmini, tempeste e terremoto 2022/23. Un bilancio in rosso, squalifica, dipartita d’Agnelli e un anno senza coppe europee. La Juve è ripartita, ha ricominciato da capo, sempre con Max Allegri in panchina, al timone. Ha cambiato poco, ha ridotto stipendi importanti, ha fatto pulizia di ciò che tecnicamente dopo pulire e adesso mira a tornare società modello e salute, soprattutto con l’innesto di Giuntoli, programmatore di calcio visionario e vincente come mostra una carriera di successi in salita, successi straordinari a cavallo tra Carpi e Napoli. Stamani s’è tenuta l’assemblea degli azionisti ad un anno esatto dalle dimissioni di Andrea Agnelli, un Consiglio d’Amministrazione guidato dai nuovi volti che ha ratificato l’aumento di capitale da 200 milioni sottoscritto interamente dall’Exor: sempre un rosso rilevante ammontante a 123 milioni ma perdite decisamente dimezzate tra aumento dei ricavi e diminuzione di costi. Un piano industriale che ambisce al risanamento completo nel corso degli anni, specificatamente entro il 2026. Nel corso del CDA ha aperto il presidente Ferrero presentando procedimenti sportivi tra Italia e Uefa prima di passar la parola all’amministratore delegato Scanavino, che ha parlato molto bene tecnicamente dei risultati raggiunti dalla prima squadra, dalla Next Gen e dalla Juventus femminile, tessendo le lodi di Giuntoli, qualcuno “la cui storia parla per lui”. In chiusura il punto prettamente finanziario illustrato da Cerrato, che ha spiegato quanto e come l’indebitamento economico si deve a mercati precedenti ed all’acquisto di Continassa e Trading Centre. Aumentano dunque i ricavi, aumento di capitale di 200 milioni a limar perdite, costi decisamente anche tecnicamente più contenuti con l’avvento di Giuntoli: bilancio sì in rosso, ma adesso perdite decisamente più contenute.


