Un pari tutt’altro che agrodolce per la Roma nel freddo svizzero. Tutt’altro: decisamente amaro, altroché. I giallorossi conquistano sì la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta d’Europa League che rappresentava l’obiettivo minimo nella competizione che li ha visti arrivare fino in fondo lo scorso anno a Budapest, ma sciupa forse definitivamente l’occasione per conquistare il vero grande target di questi gironi autunnali ovvero chiudere al primo posto per evitare i sedicesimi e centrare direttamente gli ottavi di finale, obiettivo che, forse ormai diventa corretto parlare al condizionale passato, sarebbe stato determinante per evitare di perdere ulteriori energie in ottica campionato e soprattutto evitar di rischiare un playoff prestigioso contro le prestigiose e spesso e volentieri forti in quanto terze retrocesse dalla Champions League. Nonostante Mourinho abbia caricato, rischiando con calendario contratto pur di dare un messaggio importante alla squadra di quanto contasse per lui tale obiettivo, lanciando dal primo minuto Dybala e Lukaku, la Roma non va oltre il pari col Servette: in Svizzera finisce 1-1, sblocca il solito Romelu nel primo tempo prima di incassare il gol del pareggio nella ripresa firmato Badia. Mesta Roma: buon primo tempo come naturale che fosse da squadra più forte in campo con ben poco turnover, giallorossi che sciupano in ripartenza più volte il gol del raddoppio, prima di prender gol a freddo ad inizio del secondo tempo senza reagire con determinazione, creando ben poco e senza ottener quelle risposte da cambi e panchina che José si sarebbe aspettato. Si sarebbe poi giocato con la radiolina, attendendo notizie da Tiraspol: e sono state proprio quelle a smontar definitivamente al fotofinish la freddissima serata romanista svizzera. Lo Slavia ha infatti vinto 3-2 in zona Cesarini in casa Sheriff, staccando definitivamente i giallorossi: adesso cechi due lunghezze avanti, per l’esattezza 12-10 in classifica, con una differenza reti nettamente superiore come un attivo di 9 contro un attivo giallorosso di 5. A meno di clamorosa sconfitta interna all’ultima a Praga, lo Slavia chiuderà con ogni probabilità in testa al girone volando direttamente agli ottavi, mentre Mou e i suoi giallorossi per sognare quella direzione chiamata Dublino dovranno forzatamente passare dei rognosissimi sedicesimi. Inevitabile rammarico e qualche frecciata di Mourinho nel post gara ai microfoni di Sky Sport: «Peccato che non sia una telecamera all’intervallo nel mio spogliatoio, perché io martello sempre, invece nel modo di interpretare la ripresa spesso e volentieri siamo superficiali. Ho gente che non è abituata a partire dalla panchina, anche se non ha chissà quale storia europea, ma entra e cambia ben poco le dinamiche della squadra. E soprattutto sono atteggiamenti che si fanno sentire sui risultati finali. Questo mi rammarica. Non penso invece che sia un dramma giocare i playoff ma resta motivazione importante, arrivare secondi non resta un dramma, riempiremo ancora una volta l’Olimpico e regaleremo alla nostra gente un’altra serata europea. Cristante? Purtroppo ne vanto uno solo, è un grande esempio, gioca con concentrazione altissima senza alcun tipo di superficialità, purtroppo non ne esistono tre o quattro altrimenti li avrei fatti giocare tutti».

