Una giornata che ha creato chiasso, a tratti caos, chiacchiere. Per uno sport, il calcio, popolarissimo, che torna a ridominare per commenti e reazioni le attenzioni dei calciofili di tutta Europa. Al centro dell’attenzione rientra quel concetto che creò caos e polemiche nell’aprile del 2021, quella Superlega ai tempi portata avanti da Florentino Perez e Agnelli su tutti. Perché Superlega? Ricostruiamo l’accaduto. Stamani il mondo del calcio s’è svegliato nelle primissime ore dell’alba con la sentenza della Corte di Giustizia UE, Unione Europea, non Europa, bensì Unione Europea, aspetto che non va sottovalutato. Una sentenza per certi versi epocale, forse storica, che richiama per portata quella Bosman, parametri zero di fine anni novanta. Una sentenza che legittima e libera il mercato delle competizioni sportive, sostanzialmente paragonate ad attività economiche, attaccando parallelamente chi imporrebbe al calcio europeo il come far competizioni, l’UEFA. Attaccando conseguentemente il macrosistema di tutte le federazioni continentali, la FIFA. E quale è la prima ovvia alternativa di autocostruzione o allestimento di leghe che i club possono creare? La Superlega. Questa la sentenza che ammette allestimenti di altre competizioni: “Le norme FIFA e UEFA sull’approvazione preventiva di competizioni calcistiche, come la Superlega, sono contrarie al diritto dell’UE e sono contrarie al diritto della concorrenza e alla libera prestazione dei servizi. Le regole FIFA e UEFA che subordinano alla loro previa approvazione qualsiasi nuovo progetto calcistico interclub, come ad esempio la Super League e il divieto ai club e ai giocatori di giocare in quelle competizioni, sono illegali. Non c’è quadro normativo FIFA e UEFA che garantisca che siano trasparenti, oggettive, non discriminatorie e proporzionate. Allo stesso modo, le norme che conferiscono alla FIFA e alla UEFA il controllo esclusivo sullo sfruttamento commerciale dei diritti connessi a tali concorsi sono tali da restringere la concorrenza, data la loro importanza per i media, i consumatori e telespettatori nell’Unione europea. La Corte rileva che l’organizzazione di competizioni calcistiche interclub e lo sfruttamento dei diritti media sono, evidentemente, attività economiche. Devono quindi rispettare le regole della concorrenza e rispettare le libertà di movimento, anche se l’esercizio economico dello sport presenta alcune specificità caratteristiche, quali l’esistenza di associazioni dotate di determinati poteri di regolamentazione e controllo e il potere di farlo imporre sanzioni. La Corte rileva inoltre che, parallelamente a tali competenze, anche la FIFA e l’UEFA organizzano competizioni calcistiche. Ciò non significa che una competizione come il progetto della Super League debba necessariamente essere approvata. La Corte, essendo stata interrogata in generale sulle regole della FIFA e dell’UEFA, non si pronuncia su tale progetto specifico nella sua sentenza. Parallelamente, la Corte osserva che le norme della FIFA e dell’UEFA relative allo sfruttamento dei diritti dei media sono tali da danneggiare le squadre di calcio europee, tutte le società che operano nei mercati dei media e, in ultima analisi, i consumatori e gli spettatori televisivi, impedendo loro di godere di competizioni nuove e potenzialmente innovative o interessanti. Spetta, tuttavia, al Tribunale di commercio di Madrid accertare se tali regole potrebbero comunque avvantaggiare le diverse parti interessate nel calcio, ad esempio garantendo una ridistribuzione solidale dei profitti generati da tali diritti”.

