La Lazio ribalta il Frosinone in piena ripresa e ritrova finalmente continuità, chiudendo il 2023 coi connotati con cui l’ha dipinto quanto contava davvero, con quel secondo posto al secondo anno di progetto Sarri mai dimenticati nei cuori dei tifosi biancocelesti. Finisce bene l’anno solare laziale, una serata che restituisce ambizioni perché integra nuovamente il club nella lotta europea, forte degli ultimi successi che lo riproiettano ad un punto dal Napoli e dalla Roma, impegnata stasera a Torino. Lotta Champions: mucchione e classifica cortissima, la Lazio c’è. E vale la pena giornalisticamente tessere le lodi di un protagonista a sorprese, quell’Isaksen oggetto misterioso della campagna acquisti dell’estate scorsa: subentra, assist, timbra, ribalta. Fa tutto lui. E’ lui che accende stavolta le luci dell’Olimpico: prima propiziando l’assist per il pari di Castellanos, poi trovando in diagonale perfetto che fa esplodere la Nord. Tutto in due minuti in piena ripresa, una doppietta di giocate che lo trasportano il danese sotto la Curva Nord. Nel finale segna Patric, che risponde ancora presente sfruttando le assenze dei due centrali titolari, Casale e Romagnoli. La Lazio vince. La Lazio c’è. Per il Frosinone notte d’orgoglio ma stavolta battuta da una squadra senz’altro più forte, nonostante voce grossa e ben venduta cara la pelle: Soulé ha freddato l’Olimpico, prima della rimonta biancoceleste. E se il Frosinone, ancora lontano e meravigliosamente distante dalla lotta salvezza, s’è costruito questo tipo di serate per stupire, il premio va assolutamente al club: da proprietà fino a dirigenza e staff tecnico, tutti lavorano perfettamente. Sconfitta indolore ed incolore per il Frosinone, quella salvezza traguardo storico che mesi orsono rappresentava soltanto un miraggio oggi è un obiettivo meravigliosamente alla portata.

