FROSINONE – Ieri nel carcere di Frosinone un detenuto ha aggredito due poliziotti, causando a uno dei due delle ferite al volto. A denunciare l’episodio è il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe). Secondo quanto riferito dal sindacato in una nota, infatti, il detenuto era agitato e affermava di essere “detenuto ingiustamente”, per questo due poliziotti sono intervenuti “cercando di riportarlo alla calma” ma “improvvisa e spropositata la reazione violenta del detenuto: ne è nata una colluttazione e uno dei due colleghi ha avuto la peggio con delle ferite al volto”.
“E’ grave che il personale di polizia penitenziaria sia lasciato senza mezzi di protezione – spiegano dal Sappe Franco d’Ascenzi e Piero Pennacchia -, di difesa e senza strumenti di intervento ma soprattutto basta alla gestione di detenuti con problemi psichiatrici.
Noi crediamo che la polizia penitenziaria di Frosinone, che ha pure dimostrato grande professionalitá e senso del dovere, non debba essere messa nelle condizioni di vivere situazioni di alta tensione sotto il profilo della sicurezza e dell’ordine per detenuti che non devono stare in un carcere ma in una struttura ad hoc”.
Anche Donato Capece, segretario generale del sindacato, esprime solidarietá al poliziotto: “A seguito della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, moltissime persone con problemi psichiatrici sono ristrette nelle carceri del Paese e spesso proprio loro si rendono protagonisti di gravi eventi critici come quello accaduto a Frosinone. Da quando sono stati chiusi gli Opg – aggiunge Capece – le carceri si sono riempite di detenuti affetti da gravi problemi psichiatrici. Ormai in ogni carcere decine e decine di detenuti con gravi problemi psichiatrici vengono ospitati normalmente nelle sezioni detentive, e spesso sono ubicati nelle celle con altri detenuti che non hanno le stesse difficoltá. Di conseguenza, i poliziotti penitenziari, oltre a essere costretti a gestire la sicurezza delle carceri in grave carenza di organico, devono affrontare da soli questi squilibrati senza alcuna preparazione e senza alcun aiuto. Non è corretto soltanto ammettere l’esistenza della questione dei detenuti con problemi psichiatrici e poi far solo finta di aver risolto un problema che invece sta esplodendo sempre di piú nella sua drammaticitá”, conclude.

