Più forte di tutto. Più forte pure e soprattutto di un tarlo criminale, un’infinita battaglia da sconfiggere, quale il razzismo ancora vergognosamente presente nel calcio dei giorni d’oggi. Il Milan ribalta all’ultimo respiro all’Udinese, conferma splendida continuità di risultati, saluta definitivamente la lotta al quarto (forse quinto) posto e sogna di riavvicinare la coppia di testa per trasformare il duello Scudetto e diventare a tutti gli effetti il terzo incomodo. Forse i tre punti più importanti dell’anno, sicuramente quelli più pesanti in questa fase di stagionale. Rossoneri che passano col consueto inserimento di Loftus-Cheek in azione fotocopia al gol di Empoli, segno che questo staff tecnico lavora, eccome. Esprime calcio e Pioli rinsalda la sua posizione. Sale in cattedra Samardzic ancora rimasto a Udine che prima pareggia poi con un’altra staffilata sfiora il gol del sorpasso. Al tramonto del primo tempo avviene il fatto increscioso: cori razzisti per Maignan sotto la curva Udinese, il portiere francese si ferma, minaccia d’abbandonare, a’affida al direttore di gara che prima stoppa la gara poi quando interviene chi deve intervenire per stoppar gli insulti si riparte. E la ripresa premierebbe l’Udinese con la percussione di Thauvin, prima che Pioli azzecchi i cambi: Jovic prima, Okafor poi, carburante panchina, elementi sempre più presenti, gol addirittura su palla inattiva. Applaude Ibra, esplode gruppo rossonero: 2-3 e sorpasso sui friulani al tramonto della ripresa. Il Milan sale a 45, in attesa dei risultati della coppia di testa, momentaneamente fermi a 51-49. Il 2024 di Serie A entra nel vivo, decolla, ma nutre ancora tarli criminali da sconfiggere.

