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    Economia e Lavoro
    3 Febbraio 2024
    Chiude la Etatron di Rieti, l’allarme dei sindacati: “In quindici resteranno a casa”

    RIETI – Nei giorni scorsi la Etatron, una delle aziende leader nella produzione di pompe di dosaggio, ha comunicato alla FederLazio di essere in procinto di chiudere lo stabilimento di Rieti. Dopo vent’anni dunque, quindici dipendenti rischiano di restare senza un’occupazione e i sindacati lanciano l’allarme. In un comunicato congiunto, Fim Cisl Roma Rieti con Vincenzo Tiberti, Fiom Cgil Rieti Roma Eva con Luigi D’Antonio e la Uilm Uil Rieti Franco Camerini, fanno sapere di essere pronti a dare battaglia: “Questa situazione sta mettendo a rischio il futuro occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti – scrivono i sindacalisti – e creando forte preoccupazione alle loro famiglie. Nonostante gli incontri fatti non si è trovata ancora oggi una soluzione e il rischio concreto per tutti è di rimanere senza lavoro. Vogliamo ricordare a tutti che il settore delle pompe di dosaggio nel nostro territorio è un settore importate e che dà lavoro a centinaia di lavoratori della nostra provincia con aziende di livello internazionale che competono sul mercato mondiale con risultati importanti così come più volte comunicato anche sui mezzi di comunicazione. Il nostro territorio è stato definito più volte la ‘pump valley’ proprio per la presenza delle più grandi aziende del settore. È proprio per questo che la notizia della chiusura della Etatron è stato un fulmine a ciel sereno. Come organizzazioni sindacali riteniamo che la soluzione a questa vertenza vada e possa essere ricercata all’interno del territorio viste anche le professionalità che hanno sviluppato le lavoratrici e i lavoratori in tutti questi anni di lavoro nel settore delle pompe di dosaggio. Tutto possiamo permetterci, tranne di perdere professionalità e occupazione nel nostro territorio viste anche tutte le esperienze passate. Facciamo anche un appello alle istituzioni per trovare insieme una soluzione, le condizioni potrebbero esserci tutte, basterebbe solo la volontà dell’azienda e delle associazioni datoriali a favorire il tutto. In assenza di risposte immediate metteremo in campo tutte le iniziative che sono prerogativa delle lavoratrici e dei lavoratori per rivendicare il loro diritto al lavoro nel nostro territorio” .