Frosinone, orgoglio e rimpianti: narrazione della sconfitta interna col Milan
Sport
4 Febbraio 2024
Frosinone, orgoglio e rimpianti: narrazione della sconfitta interna col Milan

Non è stata la notte più bella dell’annata del Frosinone. Ma è stata senz’altro una di quelle più orgogliose per tanti tifosi giallazzurri. Il Frosinone ha tenuto testa ad una delle squadre in termini di organico più forti del campionato di Serie A, quell’olimpo della massima serie al quale al terzo tentativo il club ciociaro spera di conquistarne prima storica salvezza. Il Frosinone gioca. Gioca a calcio. Per quel che vuole e desidera Di Francesco. Squadra di giovani, spavaldi e coraggiosi. Senz’altro. Ed è quello che t’ha portato sopra 2-1 sul Milan. Ma quando vai avanti a mezzora dalla fine, specialmente se l’obiettivo per cui si rincorre è la prima storica salvezza in un campionato coi connotati della Serie A, tutto va gestito in maniera differente. Conservazione, stavolta, era più necessaria. Difra è stato ligio alle sue idee ed ha continuato a giocare. Il Milan è una squadra più forte, chiaramente, ed ha sfruttato le sue occasioni. Pur all’interno di una prestazione scialba e colpevolmente superficiale, quella dei rossoneri. Ma vanta campioni che Frosinone non può avere e se non difendi a dovere, puoi pagarne le conseguenze. E così fu che il Frosinone incassò il 2-3. Pomeriggio splendido allo Stirpe, ancora tutto esaurito, una città a sostegno dei giallazzurri. Per questo restano rimpianti: sopra 2-1 a 20 dalla fine si poteva far di più. Anche discutere la propria filosofia per portarsi a casa almeno un punto: strategia. Così non è stato. Il bello del prendere o lasciare del Difra. Che ha costruito una squadra bella spavalda e spensierata, fatta di giovani merito di Angelozzi, che per questo, con questa filosofia, è sopra le torbide acque della zona retrocessione. Tutta Italia ha prima applaudito la prestazione giallazzurra, poi ne ha contestato le ingenuità. Critica, considerazioni e analisi che possono sussistere. Giocare a calcio e farlo in questa maniera qui, pur con tanti giovani, può portarsi a viaggiare lontano dalla zona retrocessione. Ma se in qualche modo torni ad imbatterti, come le sei sconfitte su sette gare a cavallo tra dicembre e gennaio mostrano, in quella lotta specifica, beh, serve altro. Altri connotati risultano decisivi. Quei 4 punti a cavallo tra Cagliari e Verona hanno comunque riconsegnato al club speranze, eccome. Speranze di compiere il miracolo e uscire da quel tipo di acque. Perché, a dispetto delle ingenuità, è proprio quel tipo di identità che a dispetto della gioventù ha proiettato Frosinone sulle prime pagine nazionali, soprattutto fino a novembre.