logo
    Sport
    23 Febbraio 2024
    Sofferenza, bandiere, romanismo: abbattuta maledizione rigori, salutato ancora il Feyenoord, AS Roma agli ottavi d’Europa League

    E queste sono le notti del sentimento. E queste sono le notti del romanismo. Notti dal sentimento puro destinate ad entrare intrinsecamente nelle memorie dei tifosi giallorossi. Quelli presenti a dipingere e colorare un Olimpico gremitissimo, tanto per cambiare. Quelli a casa, quelli all’estero. Anche l’atto quarto tra Roma e Feyenoord è tutto romanista. Stavolta quello più sofferto, quello che consegna alla storia europea giallorossa un’altra pagina da scrivere: rigorata finale sotto la Nord, per abbattere scheletri e maledizioni. Tornare a vincere una rigorata, soprattutto dopo Budapest, sarà probabilmente sconsigliato ai più deboli di cuore ma diventa fondamentale per sfatare cabala, tabù, storia recente. E così è stato. Il campo aveva detto parità: bel primo tempo, super rigenerato capitan Pellegrini a pareggiare Santi Gimenez. Il solito Feyenoord di Slot palleggia ma non colpisce, possesso sterile. Poteva colpire una Roma stanchissima ma che regge con cuore e mentalità: ai punti avrebbe meritato qualcosa di più e proprio quando tutti erano pronti alla solita delusione, quando l’Olimpico scrutava già scheletri, Lukaku sbaglia ma Svilar salva la lotteria. Perfetti Paredes e Cristante, attributi veri. Decide chi non t’aspetti, chi batte l’ultimo: Zalewsky stavolta è perfetto e fa esplodere l’Olimpico. La squadra si volta e vola sotto la Sud, così come Daniele. Che stavolta non poteva far altro che andar a mostrare quelle vena su quella pista che ha narrato le parti più emozionanti della sua vita da calciatore, per andar a ringraziare la sua gente. Romanismo puro. Alle 12 sorteggi.