Con ogni probabilità primavera ed estate 2024 saranno le ultime della carriera tennistica di Andy Murray, quantomeno da giocatore professionista. Dopo aver perso con Humbert agli ottavi dei Championships di Dubai, lo scozzese ha risposto come noto e ormai sulle copertine di tutti i quotidiani e telematici sportivi piuttosto a tono alle insistenti domande dei giornalisti presenti all’ATP in Medioriente. Ha infatti ammesso quanto e come sia stufo, dopo la serie di sconfitte degli ultimi anni per una carriera chiaramente anagraficamente sul viale del tramonto, di dover sempre rispondere sempre alle stesse domande sul ritiro. “Con ogni probabilità dopo la prossima estate mi ritirerò – ha confessato Andy – ma fino a quel momento non risponderò più a questioni in merito al mio futuro”. E così può francamente giungere al termine la carriera tennistica di uno dei più grandi di sempre del terzo millennio, quello considerato più grande per combattere i Big Three, Djokovic dopo il dupolio di Federer e Nadal. Tre Slam, due ori Olimpici e una Coppa Davis, risultati straordinari soprattutto per l’età tennistica che ha vissuto. Per tempi storicamente atomici, dominati dai sopracitati. Uno che per diverso tempo è stato anche il più grande, il numero uno del ranking ATP, una planetaria prima posizione conquistata proprio dopo il suo secondo trionfo Wimbledon. Già, Wimbledon. Tra anzianità sportivi e problemi fisici uno dei suoi ultimi due obiettivi: non necessariamente per vincerlo, ma soprattutto per sparare gli ultimi colpi della sua radiosa carriera. Quantomeno provare a spararli. Prima dell’ultimo grande evento, i Giochi Olimpici di Parigi 2024. Laddove entrerà di diritto, essendo un ex campione olimpico. Ultimi mesi, poi racchetta al chiodo, con ogni probabilità. Destinato, adesso francamente sì, uno dei più grandi campioni del tennis del terzo millennio.