E dunque la sentenza definitiva è arrivata. Ieri, quella definitiva. E reazioni a catena. Come noto, il Tribunale Nazionale Antidoping ha accolto la richiesta della Procura Federale che aveva sospeso in via cautelare Paul Pogba dopo esser stato trovato positivo al Dhea, ovvero non esattamente al testosterone bensì al deidroepiandrosterone, in seguito a controlli ed analisi più approfondite. Il calciatore, adesso ufficiale, è stato dunque squalificato per quattro anni. A 31 suonati tornerebbe a giocare soltanto a 35: il rischio che la sua carriera possa essersi già chiusa a livello professionistico, soprattutto dopo l’ultimo anno e mezzo, diventa decisamente elevato. A meno di riduzione della pena sportiva da scontare, opzione a questo punto molto complicata, anche se il francese ha già annunciato che farà ricorso al TAS di Losanna. Nel frattempo la Juve con ogni probabilità adesso predisporrà la cifra di un contratto che dagli otto milioni era già passato nel corso degli ultimi mesi ai duemila euro mensili. La sua reazione? Un post social in bianco e nero, un comunicato sostanzialmente accompagnato da una foto; sguardo serio, severo. “Oggi sono stato informato della decisione del Tribunale Nazionale Antidoping e ritengo che la sentenza sia errata – apre il cuore Paul Pogba – Sono triste, scioccato e con il cuore spezzato per come tutto quello che ho costruito nella mia carriera da giocatore professionista mi sia stato tolto. Quando sarò libero da restrizioni legali l’intera storia sarà chiara, ma non ho mai preso consapevolmente o deliberatamente integratori che violano le normative antidoping. Da atleta professionista non farei mai nulla per migliorare le mie prestazioni utilizzando sostanze vietate e non ho mai mancato di rispetto o imbrogliato altri atleti e tifosi di nessuna delle squadre per cui ho giocato o contro. In conseguenza della decisione annunciata oggi farò ricorso davanti al Tribunale Arbitrale per lo Sport”.

