di Marco Gubetti
POMEZIA (RM) – Un vero parterre dei roi ieri a Pomezia per affrontare la prima tappa del tour itinerante “Un mare di cose da fare”,
organizzato dal Gal Pesca Lazio e dalla FederBalneari a favore dello sviluppo della Blue Economy nel Lazio. A fare gli onori di casa c’era naturalmente il sindaco, Veronica Felici, e da Roma – a sottolineare l’attenzione che la Regione intende prestare a questo territorio e alla Blue Economy – sono arrivati anche la vicepresidente della Regione Lazio, Roberta Angelilli, l’assessore al Bilancio, Agricoltura e Pesca, Giancarlo Righini e l’assessore ai Trasporti e Tutela del territorio, Fabrizio Ghera. Presenti anche il sindaco di Ardea, Fabrizio Cremonini, e gli assessori del Comune di Pomezia Francesca Vittori (Demanio) e Antonino Laspina (Attività Produttive). L’obiettivo dell’incontro del convegno di ieri – intitolato “La spiaggia tra criticità e sviluppo turistico – è quello di far comprendere a cittadini e istituzioni quale importanza rivesta il mare e quali ricchezza possa comportare per il territorio l’economia del mare. “Ringrazio il sindaco di Pomezia, Veronica Felici,
per aver sostenuto questa opportunità di dialogo troppo importante per la nostra Regione, che bene sta facendo a sostenere il comparto della pesca – ha esordito proprio il presidente Marco Maurelli -. Saremo molto attenti al suo sviluppo, cercando di interpretare la fase di studio e di monitoraggio del settore nel Lazio, al fine di analizzare le criticità e offrire validi strumenti di risoluzione, con particolare sensibilità alla tenuta occupazionale e alle difficoltà che il sistema pesca affronta nel quotidiano”. “Sul tema del turismo balneare regionale siamo convinti che si possa ripartire con maggiore forza e dedizione – ha continuato Maurelli -: per questo ringrazio gli assessori regionali Righini e Angelilli per la presenza e la loro sensibilità ai temi della blue economy e alle sue criticità. Bene il dialogo e gli spunti offerti dall’assessore Ghera sull’erosione delle coste con una maggiore partecipazione delle associazioni. Una questione a cui l’assessore Ghera, che pure ringrazio, sta rivolgendo con molto impegno la propria attenzione”. “Ritengo – ha concluso il presidente del Gal – che il comparto balneare della nostra regione debba inserirsi nell’alveo della Blue Economy. Con il supporto della Regione Lazio, occorre puntare alla creazione di distretti territoriali sulla Blue Economy, per far ripartire in modo integrato il turismo in tutte le sue accezioni, a partire da un sistema balneare accessibile ed inclusivo, fino alla pesca, al territorio, all’energia e molto altro ancora. Tutto strettamente connesso”. Il vicepresidente Gal per la Pesca, Gennaro Del Prete, per parte sua, ha annunciato una serie di iniziative su cui puntare per rilanciare la pesca nel Lazio con un occhio attento alle criticità che vanno superate (come ad esempio quella dell’insabbiamento dei porti). La sindaca Felici è intervenuta sulla proposta di avviare da subito un dialogo approfondito con il Gal Pesca Lazio e Federbalneari per puntare su infrastrutture dedicate alla pesca e sul turismo con un particolare accento al turismo balneare ed una folta presenza dei concessionari esprimendo grande apprezzamento per questa iniziativa tanto attesa. “Grazie al Gal Pesca Lazio e a Federbalneari Italia per aver organizzato un tavolo di lavoro permanente sulle priorità delle risorse legate al mare – ha detto nel suo intervento la vicepresidente del Lazio, Angelilli -. A livello territoriale, la Blue Economy rappresenta un settore di sviluppo strategico, non solo per i comuni costieri ma per tutto il sistema regionale. Le risorse marittime, tra cui il turismo, la valorizzazione dell’ambiente naturale, la filiera cantieristica e la movimentazione di merci e passeggeri, rappresentano una fonte di ricchezza imprenditoriale e una grande opportunità di sostenibilità. Il Lazio, inoltre, è anche hub per la ricerca scientifica marina: le nostre università e i nostri istituti di ricerca svolgono un ruolo prezioso per quanto riguarda il monitoraggio dei cambiamenti climatici e la conservazione della biodiversità. Sarà quindi necessario un raccordo sistematico tra le istituzioni, le parti sociali e gli addetti ai lavori, al fine di sfruttare al meglio le risorse europee disponibili, a vantaggio sia delle imprese che dei territori costieri”. “L’obiettivo specifico dello sviluppo locale partecipativo – ha spiegato prendendo la parola l’assessore regionale Righini – è finalizzato al sostegno degli interventi che contribuiscono a sviluppare un’economia sostenibile nelle aree costiere, insulari e interne, oltre a promuovere lo sviluppo di comunità della pesca e dell’acquacoltura. In tal senso la strategia concorre a una trasformazione economica, sociale ed urbana che vede nel mare e nelle sue professioni una chiave di sviluppo imprescindibile, sia per offrire nuove possibilità occupazionali che per migliorare la qualità dell’ambiente, puntando sul recupero degli scarti, sui processi di trasformazione del pescato e quindi sulla sostenibilità ambientale e sull’innovazione”.

