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    Cronaca
    26 Marzo 2024
    Arce – Omicidio Mollicone, la deposizione dell’ex fidanzata del brigadiere Tuzi

    ARCE – Prosegue il processo d’appello per la morte di Serena Mollicone, la ragazza di Arce assassinata ad Arce 23 anni fa.

    Oggi c’è stata la deposizione di Annarita Torriero, la donna che ebbe una relazione con l’ex brigadiere Santino Tuzi poi morto suicida nel 2008.

    “E’ assolutamente falso che il primo giugno del 2001 abbia visto Serena nella caserma dei carabinieri di Arce. Non ho mai detto una cosa del genere e chi lo afferma sarà querelato per calunnia”. La teste ha, quindi smentito, quanto sostenuto nell’udienza del 22 marzo da una sua vicina di casa, Sonia Da Fonseca, secondo cui Torriero gli riferì di avere visto la giovane nella caserma il giorno della sua scomparsa.

    Nel processo è imputata, tra gli altri, l’intera famiglia Mottola. Il teste ha aggiunto che conosceva Mollicone “perché il padre era il maestro di mia figlia. Qualche volta l’ho incontrata nella zona della caserma ma mai dentro. Quel giorno in particolare non mi recai lì per portare cose al mio ex fidanzato – ha aggiunto -. La conoscevo, la vedevo sul corso di Arce con altri ragazzi, e dicevo come fa una brava ragazza come quella a stare in quella compagnia con il figlio del maresciallo Mottola. Da Fonseca, comunque, ce l’ha con me per altre cose e ha detto un sacco di bugie”.

    “Tuzi l’ho visto preoccupato – ha aggiunto la Torriero –  durante le indagini sulla vicenda di Serena Mollicone. Dopo la morte della ragazza lo vedevo strano, quando passavamo sul luogo dove l’hanno ritrovata cambiava d’umore, diventava rosso. Non era lo stesso ma non mi ha mai confidato di stranezze del maresciallo Mottola dopo quella morte”.

    La donna ha raccontato del suo rapporto con Tuzi. “Lui non si è ucciso per me – ha aggiunto il teste davanti ai giudici della Corte d’Assise d’Appello -. Ricordo dell’ultimo incontro: lo vidi troppo confuso, sudava, mi disse oggi mi porto la pistola, gli chiesi di posare la pistola ma lui non voleva. Mi sono messa paura. Mi voleva abbracciare e baciare ma io non volli poi appena uscito chiamai i carabinieri, dissi che non stava bene. Avevo capito che poteva commettere un gesto insano”.