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    Cultura e Spettacoli
    30 Marzo 2024
    Pasquetta a Subiaco, per una gita fuori porta in uno dei borghi più belli d’Italia

    di Marco Gubetti

     

    SUBIACO (RM) – Se ancora non avete deciso cosa fare a Pasquetta, prendete in considerazione una visita a Subiaco, uno dei borghi più belli d’Italia. Situata a est di Roma, alle falde dell’Appennino, immersa nel Parco naturale del Monte dei Simbruini, Subiaco è baricentrica rispetto a tutto il Lazio e raggiungibile percorrendo la A24 e uscendo a Vicovaro. Premiata dal Touring Club con la bandiera arancione per la sua bellezza, Subiaco ha un cuore medievale che merita il viaggio. La cittadina è famosa per aver ospitato San Benedetto, patrono d’Europa, che proprio a Subiaco trascorse i suoi tre anni da eremita. Benedetto visse all’interno di una spelonca intorno alla quale fu eretto il monastero del Sacro Speco (o di San Benedetto), proprio per custodire per sempre la piccola grotta che fu abitata dal grande santo. Si tratta di un luogo mistico – definito dal Petrarca “la soglia del Paradiso” – incastonato nella roccia della montagna e immerso nel silenzio. All’interno una serie di affreschi antichissimi, tra cui anche quello che a tutt’oggi viene considerato l’unico ritratto di San Francesco ancora in vita e che fu eseguito nei due anni in cui il poverello di Assisi visse a Subiaco, dal 1223 al 1225. Usciti dal Sacro Speco, l’altra tappa irrinunciabile per una prima volta a Subiaco è quella al monastero di Santa Scolastica, l’unico sopravvissuto nei secoli ai tanti che San Benedetto volle far costruire millecinquecento anni fa. All’interno si trovano tre meravigliosi chiostri uno romanico, uno gotico e uno rinascimentale. La chiesa in stile neoclassico fu costruita nel ‘700 sulle fondamenta dell’antico oratorio. Di grandissima importanza storica è la Biblioteca all’interno del monastero, che custodisce codici miniati, manoscritti, pergamene e volumi di altissimo valore e questo perché, proprio nel monastero di Santa Scolastica nel 1465 due stampatori di Magonza, allievi di Gutemberg, impiantarono la prima tipografia in Italia. Finita la visita dei due monasteri, fate un passaggio anche alla maestosa Villa di Nerone, adagiata sul fiume Aniene e che l’imperatore amò tanto, e poi perdetevi tra le viuzze del centro storico, vero e proprio gioiellino di epoca medievale. Prima di ripartire non dimenticate di gustare qualche prelibatezza locale: su tutte  la pulènna co lle spuntature de porcio, la tròtta n’ guazzetto e poi i ghiottissimi subiachini, biscottini di mandorle ricoperti di glassa composta con albumi, miele e zucchero. Indimenticabili.