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    Cronaca
    30 Marzo 2024
    Vuota la poltrona del Papa alla Via Crucis: “Necessario conservare la salute per la Veglia”

    ROMA – Vuota la poltrona del Papa durante la Via Crucis di ieri sera al Colosseo.

    La decisione, all’ultimo minuto, per preservare la salute in vista della Veglia di stasera.

    Migliaia i fedeli che erano accorsi ed ingente il dispiegamento di sicurezza.

    Qualche minuto prima della partenza, la nota della Sala Stampa che spiegava la necessità di “conservare la salute in vista della Veglia di domani e della Santa Messa della domenica di Pasqua”.

    Il Santo Padre ha così seguito il rito dalla sua residenza di Casa Santa Marta, evitando di trascorrere alcune ore prendendo l’umidità del parco del Palatino.

    Per la prima volta, però, ha scritto le meditazioni lette durante il percorso della croce che riproduce quello fatto da Gesù. “Viviamo un tempo spietato, e abbiamo bisogno di compassione” ha annunciato, proseguendo  “nei cristi umiliati dalla prepotenza e dall’ingiustizia, da guadagni iniqui fatti sulla pelle degli altri nell’indifferenza generale”.

    “Ora capisco questa tua insistenza nell’immedesimarti coi bisognosi: tu sei stato carcerato; tu straniero, condotto fuori della città per esser crocifisso; tu sei nudo, spogliato delle vesti; tu, malato e ferito; tu, assetato sulla croce e affamato d’amore. Fà che ti veda nei sofferenti e che veda i sofferenti in te, perché tu sei lì, in chi è spogliato di dignità”, è la preghiera di Francesco. “Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze”, sottolinea.

    “Gesù, questa preghiera di intercessione raggiunga le sorelle e i fratelli che in tante parti nel mondo soffrono persecuzioni a motivo del tuo nome; coloro che patiscono il dramma della guerra e quanti, attingendo forza in te, portano croci pesanti”.

    “Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie? – dice ancora – Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?”. “Gesù, fà che ti riconosca e ti ami nei bimbi non nati e in quelli abbandonati”, “in tanti giovani, in attesa di chi ascolti il loro grido di dolore”, “nei troppi anziani scartati”, “nei detenuti e in chi è solo”, “nei popoli più sfruttati e dimenticati”, implora il Pontefice. Non dimenticando neppure, nel rivolgersi a Gesù, che “tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”. Ma “la sofferenza con Dio non ha l’ultima parola”,