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    31 Marzo 2024
    Gaza, Hamas: “Posizioni ancora troppo distanti da Israele per accordo”

    (Adnkronos) – Le posizioni di Hamas sono ”ancora troppo distanti” dalla proposta formulata da Israele per arrivare a un accordo sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, così come la scarcerazione dei detenuti palestinesi. Lo ha detto un alto funzionario di Hamas citato da al-Jazeera mentre al Cairo sono ripresi i negoziati mediati dal Qatar e dall’Egitto. ”Per ora non si parla di un nuovo round di negoziati”, ha detto l’esponente senior di Hamas, dicendo che i miliziani vogliono ”risposte sul ritiro” delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e sulla ”fine dei combattimenti” nell’enclave. ”Vogliamo anche risposte sulla ricostruzione di Gaza”, ha aggiunto.

    Secondo quanto ha dichiarato un funzionario israeliano a condizione di anonimato al quotidiano Times of Israel, Israele è ”deluso” dalla mediazione che sta conducendo il Qatar per cercare di ottenere il rilascio degli ostaggi in cambio del cessate il fuoco di sei settimane. E per questo ha mandato al Cairo una delegazione di medio livello per valutare se il capo del Mossad David Barnea e quello dello Shin Bet Ronen Bar debbano partecipare ai colloqui nei prossimi giorni. I mediatori del Qatar “non stanno esercitando abbastanza pressione su Hamas”, sostiene il funzionario mentre riprendono i colloqui in Egitto.

    Sui temi sul tavolo e sulla flessibilità sui detenuti da scarcerare che Israele è disposta a mediare, la fonte ha chiarito che ”non permetteremo che Hamas si ristabilisca nel nord”.

    Sette giornalisti sarebbero rimasti feriti a seguito dell’attacco aereo israeliano nel cortile dell’ospedale di al-Aqsa nel centro della Striscia di Gaza mentre quattro membri della Jihad islamica sono rimasti uccisi. L’esercito israeliano ha affermato aver colpito un centro di comando della Jihad Islamica nel cortile dell’ospedale di Deir al-Balah. Hamas e il personale medico negano le accuse israeliane secondo cui i militanti utilizzano gli ospedali come basi. La Jihad islamica, alleata di Hamas, non ha commentato. I giornalisti erano tra le centinaia che si stanno rifugiando in tende improvvisate nel cortile dell’ospedale. Uno dei feriti era un freelance che lavora per la Bbc.

    Un aereo israeliano ha colpito un veicolo nel villaggio di Kounine, nel sud del Libano, uccidendo Ismail Al-Zin, un importante comandante dell’unità missilistica della forza Radwan di Hezbollah. Lo riferisce su Telegram l’Idf, le forze di difese israeliane. Al-Zin “era una fonte significativa di conoscenza per quanto riguarda i missili anticarro ed è stato responsabile di dozzine di attacchi missilistici anticarro contro civili, comunità e forze di sicurezza israeliane”, spiega Tsahal.

    Dimissioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu con il suo governo, elezioni anticipate e un accordo tra i leader di Israele che permetta di arrivare al rilascio dei 130 ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. E’ quanto chiedono i manifestanti che hanno iniziato a riunirsi a Gerusalemme per quella che sarà una protesta di quattro giorni. Luogo clou della manifestazione sarà la Knesset, il Parlamento israeliano, ma anche la residenza di Netanyahu a Gerusalemme e altri luoghi chiave. Dai video condivisi sui social si vedono i manifestanti per le strade che sventolano le bandiere israeliane e suonano trombe.

    Aggressione con coltello e un ferito alla stazione centrale degli autobus di Be’er Sheva in un sospetto attacco terroristico. Ucciso l’attentatore. A quanto riferisce Ynet, che parla di “panico alla stazione”, un testimone oculare avrebbe riferito che il terrorista sarebbe sceso da una navetta, in abiti civili, già armato di coltello, e avrebbe pugnalato un giovane. Subito dopo sarebbe stato ucciso da militari accorsi sul posto. “Il terrorista era all’interno della stazione degli autobus. All’improvviso si sono sentiti gli spari e tutti hanno iniziato a correre”, ha spiegato un altro testimone.

    I medici hanno curato sul luogo dell’aggressore un uomo di 20 anni che era stato accoltellato e che poi è stato trasferito in ospedale. Il ferito è un ufficiale delle Forze di difesa israeliane. Il militare è stato portato all’ospedale Soroka con ferite al braccio, ha detto il servizio di ambulanze di Magen David Adom. Le sue condizioni sono giudicate buone.

    I media israeliani hanno spiegato che l’aggressore era un giovane beduino e cittadino israeliano della regione desertica del Negev di cui Be’er Sheva è la città più grande. L’accoltellatore è stato poi identificato da fonti della difesa come Naji Abu Freh, 28 anni, residente nella vicina città beduina di Rahat.

    I militari delle Forze di difesa israeliane hanno intanto detto di aver trovato armi nascoste nei letti e nei cuscini del reparto maternità dell’ospedale di al-Shifa, a Gaza City. Come spiegano i militari della Brigata al-Nahal, tra le armi sequestrate ci sono mortai, ordigni esplosivi, fucili di precisione, fucili d’assalto, pistole e altro equipaggiamento militare. Alcune armi, hanno aggiunto i militari, si trovavano nei controsoffitti e nelle pareti dell’ospedale. Circa 350 tra pazienti e personale medico dell’ospedale al-Shifa sono stati evacuati dall’Idf.

    Sarebbe salito intanto a 32.782 il numero dei palestinesi rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della rappresaglia israeliana per l’attacco subito lo scorso 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza City aggiungendo che sono rimasti feriti 75.298 palestinesi.

    Almeno 75 i palestinesi, riferisce ancora il ministero, che sarebbero stati uccisi nei raid israeliani sferrati nella notte nella Striscia. La maggior parte delle vittime sarebbero donne e bambini.

    Il ministero degli Esteri libanese ha annunciato che presenterà una denuncia ”urgente” al Consiglio di sicurezza dell’Onu per l”’attacco” sferrato ieri contro un gruppo di osservatori internazionali dell’Unifil e attribuito a Israele. Si tratta di una violazione del ”diritto internazionale e umanitario”, ha detto Beirut. Nell’attacco sono rimasti feriti una cilena, un norvegese, un australiano e un traduttore libanese.

    Beirut ha contestato “gli attacchi contro le forze di pace dell’Onu, che continuano dopo gli attacchi contro i giornalisti, soccorritori, bambini, donne e bambini”, come scrive il quotidiano ‘L’Orient Le Jour’. Il capo della diplomazia libanese Abdallah Bou Habib ha avuto un colloquio con il comandante in capo dell’Unifil, il generale spagnolo Aroldo Lazaro, e ha espresso la necessità di ”garantire la sicurezza degli impiegati delle Nazioni Unite, proteggere i civili e intervenire rapidamente per porre fine alle violazioni israeliane applicando pienamente la Risoluzione 1701 dell’Onu” che ha messo fine alla guerra tra Hezbollah e Libano nel 2006.