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    31 Marzo 2024
    Gaza, tregua e ostaggi: nuovo round negoziati Israele-Hamas al Cairo

    (Adnkronos) – Nuovo round di negoziati oggi al Cairo finalizzati a raggiungere un accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi ancora trattenuti nell’enclave palestinese. Lo scrive il quotidiano egiziano Al-Qaher citando ”una fonte della sicurezza egiziana” a condizione di anonimato.

    I colloqui puntano a ottenere una tregua di sei settimane nelle operazioni israeliane a Gaza in cambio della proposta di liberazione di 40 dei circa 130 ostaggi ancora detenuti da Hamas e dai suoi alleati nella Striscia.

    Aggressione con coltello e un ferito alla stazione centrale degli autobus di Be’er Sheva in un sospetto attacco terroristico. Ucciso l’attentatore. A quanto riferisce Ynet, che parla di “panico alla stazione”, un testimone oculare avrebbe riferito che il terrorista sarebbe sceso da una navetta, in abiti civili, già armato di coltello, e avrebbe pugnalato un giovane. Subito dopo sarebbe stato ucciso da militari accorsi sul posto. “Il terrorista era all’interno della stazione degli autobus. All’improvviso si sono sentiti gli spari e tutti hanno iniziato a correre”, ha spiegato un altro testimone.

    I medici hanno curato sul luogo dell’aggressore un uomo di 20 anni che era stato accoltellato e che poi è stato trasferito in ospedale. Il ferito è un ufficiale delle Forze di difesa israeliane. Il militare è stato portato all’ospedale Soroka con ferite al braccio, ha detto il servizio di ambulanze di Magen David Adom. Le sue condizioni sono giudicate buone.

    I media israeliani hanno spiegato che l’aggressore era un giovane beduino e cittadino israeliano della regione desertica del Negev di cui Be’er Sheva è la città più grande. L’accoltellatore è stato poi identificato da fonti della difesa come Naji Abu Freh, 28 anni, residente nella vicina città beduina di Rahat.

    I militari delle Forze di difesa israeliane hanno intanto detto di aver trovato armi nascoste nei letti e nei cuscini del reparto maternità dell’ospedale di al-Shifa, a Gaza City. Come spiegano i militari della Brigata al-Nahal, tra le armi sequestrate ci sono mortai, ordigni esplosivi, fucili di precisione, fucili d’assalto, pistole e altro equipaggiamento militare. Alcune armi, hanno aggiunto i militari, si trovavano nei controsoffitti e nelle pareti dell’ospedale.

    Circa 350 tra pazienti e personale medico dell’ospedale al-Shifa sono stati evacuati dall’Idf.

    Sarebbe salito intanto a 32.782 il numero dei palestinesi rimasti uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della rappresaglia israeliana per l’attacco subito lo scorso 7 ottobre. Lo riferisce il ministero della Sanità di Gaza City aggiungendo che sono rimasti feriti 75.298 palestinesi.

    Almeno 75 i palestinesi, riferisce ancora il ministero, che sarebbero stati uccisi nei raid israeliani sferrati nella notte nella Striscia. La maggior parte delle vittime sarebbero donne e bambini.

    Il ministero degli Esteri libanese ha annunciato che presenterà una denuncia ”urgente” al Consiglio di sicurezza dell’Onu per l”’attacco” sferrato ieri contro un gruppo di osservatori internazionali dell’Unifil e attribuito a Israele. Si tratta di una violazione del ”diritto internazionale e umanitario”, ha detto Beirut. Nell’attacco sono rimasti feriti una cilena, un norvegese, un australiano e un traduttore libanese.

    Beirut ha contestato “gli attacchi contro le forze di pace dell’Onu, che continuano dopo gli attacchi contro i giornalisti, soccorritori, bambini, donne e bambini”, come scrive il quotidiano ‘L’Orient Le Jour’. Il capo della diplomazia libanese Abdallah Bou Habib ha avuto un colloquio con il comandante in capo dell’Unifil, il generale spagnolo Aroldo Lazaro, e ha espresso la necessità di ”garantire la sicurezza degli impiegati delle Nazioni Unite, proteggere i civili e intervenire rapidamente per porre fine alle violazioni israeliane applicando pienamente la Risoluzione 1701 dell’Onu” che ha messo fine alla guerra tra Hezbollah e Libano nel 2006.