In termini di equilibri, preparazione ed interpretazione una delle versioni viola migliori della stagione; per lo stesso motivo, al contrario, una delle versioni atalantine peggiori dell’anno. Proprio per questo, forse, il risultato finale della semifinale d’andata tra Fiorentina e Atalanta lascia più rammarcio ai padroni di casa. Il primo atto del Franchi, di una partita alla vigilia descritta potenzialmente spettacolare, finisce soltanto 1-0 per i padroni di casa. E quel “soltanto” non nasce solo in virtù di una gara che a dispetto delle premesse ha dispensato e narrato meno reti di quanto in tanti si sarebbero aspettati, ma va accostato soprattutto in ottica viola. Decide un bolide di un giganteggiante Mandragora in piena prima frazione ma considerando gli ospiti mai in partita, tra Koopmeiners che stavolta patisce l’infortunio, Miranchuk altalenante e lontano parente di quello ammirato a Napoli soltanto qualche giorno fa, le catene Holm e Ruggeri disastrose e sovrastate, la Fiorentina poteva far molto di più. Bene stavolta per interpretazione e aggressione la linea alta, benissimo i laterali, benissimo Ranieri, ma l’attacco poteva senz’altro colpire di più. Invece Nico, Beltran e Belotti soltanto sufficienti. La vittoria col minimo scarto avvicina sì sulla carta la Fiorentina alla qualificazione ma lascia comunque sì tremendamente tutto aperto in vista della gara di ritorno. Un ritorno in programma fra tre settimane esatte a Bergamo, quando entrambe scopriranno se saranno state in grado o meno di continuare e nutrire i loro sogni europei tra Europa e Conference League e se quindi, proprio quella semi di ritorno, sarà ancora più importante.