Con tutte le difficoltà del caso, vittima di un calendario forsennato complice straordinaria primavera, la Roma trova risorse pur per strappare 2-2 ed un punto a Napoli. Che forse, unica pecca, non significa Champions per la concomitante vittoria di un’Atalanta che non molla e resta lì, incollata al sogno quinto posto che significherebbe coppa dalle grandi orecchie. Ma continuare a far punti con assenze pesanti significa tanto, comunque. Squadra vivissima, squadra vera. Una Roma che dopo un primo tempo soporifero la sblocca da grande, castiga con Dybala dal dischetto, prima di incassare la reazione d’orgoglio di un Napoli che più brutto di quanto mostrato da questa non poteva esser, calciatori di valore, sorpasso partenopeo meritato targato fortunoso Olivera e rigore di Osimhen al tramonto di gara. Ma proprio prima del recupero la squadra vera non molla e resta sul pezzo: altro corner, schema Udine, stavolta palla sul secondo (ancor più plauso a a preparazione DDR e staff) e 2-2, si sblocca Tammy Abraham, gol che pesa tantissimo e lieto fine per il ragazzo. Lieto come il rientro di N’Dicka, dopo malore di Udine. La Roma porta a casa comunque un punto che le permette di restare a bordo del carro Champions e continuare a condurre le danze: c’è la Juve sì, c’è scontro diretto e Bergamo annessa, senz’altro, ma resta padrona del sua destino. Adesso Bayer.