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    29 Aprile 2024
    Premier. L’esame di maturità più rovente: NLD rosso, ennesimo colpaccio Arsenal. Ma City in scia: Guardiola ancora padrone del suo destino

    Era la domenica più importante d’aprile. Quella che in pieno ultimo curvone avrebbe decretato diramazione e duelli finali. A maggio sarà solo corsa a due. Sarà ancora Manchester City vs Arsenal, battaglia stavolta all’ultimo sangue, coi Gunners più forti e maturi, compatti e completi, pronti a sognare un finale differente rispetto alla passata stagione, quando in primavera l’istituzione Guardiola, più esperta, dimostrò d’esser animale da Premier, con sorpasso e Treble, leggendario. Quest’anno Pep resta ancora padrone del suo destino, ma non può sbagliare assolutamente niente. Arsenal 80, Manchester City 79, ma con una gara da recuperare. Quattro alla fine per maestro Pep, tre rimanenti per allievo Arteta. E se l’Arsenal è ancora in testa è perché anche ieri ha superato l’ennesima prova di maturità, quella più temuta, quella più sentita: sognando di ripercorrere le storiche orme degli Invincibili 20 anni dopo, con gli stessi connotati ha vinto al Tottenham Hotspur Stadium, sfruttando e demolendo un calcio Kamikaze di Postecoglou, tra ripartenze, compattezza e palle inattive. E’ finita 3-2 con resistenza finale, Havertz e Saka ancora a timbro, Partey e Rice diga vera, blocchi bassi e muraglia a 4 ad annientare ogni folle trama di Spurs rimasti quinti e pronti a questo punto a dire addio ad ogni ambizione Champions. Ma quel che più contava era stoppare la corsa al titolo degli arcirivali: non è stato così. Tra corner, difesa altissima, attacco scriteriato: responsabilità e critiche per Ange Postecoglou. Il Manchester City, che entrava in campo scoperto il risultato dei Gunners, era chiamato a rispondere al City Ground di Nottingham, contro un Forest impegnato in piena lotta salvezza con Burnley e Luton: solo una si salverà. Il City ha fatto il City, garanzie ai propri sostenitori: solidità, fisicità ed esperienza, connotati che i cultori del raffinato Football non ammetteranno mai ma che restano eternamente determinanti, 2-0 finale che riabbraccia Haaland sul tabellino dei marcatori e Guardiola ancora in scia. E ribadiamo: padrone del suo destino. Non fa più parte della corsa ormai il Liverpool, scioltosi sul più bello, anche sabato incapace di vincere all’Olimpico col West Ham e fermo dunque staccato a sole tre gare dal termine a quota 75: campo sì tosto, ma tensione, senza più quella solidità difensiva dei radiosi anni Klopp, così che con ogni probabilità Jurgen chiuderà senza straordinario lieto fine, soltanto al terzo posto. Un 2-2 in casa Hammers che consegue a due settimane complicatissime, di gol incassati a grappoli, tra sconfitta interna col Palace, eliminazione in EL con l’Atalanta del Gasp, battuta d’arresto nella bolgia dell’ultimo Merseyside Derby di Goodison Park vinto dall’Everton. Tra le note liete domenicali c’è il Bournemouth che riscrive la sua storia, merito di Iraola che ha saputo ereditare ed elevare il lavoro di Gary O’Neill: vittoria nel derby di Brighton, stacco in classifica, De Zerbi che affonda in dodicesima posizione, record di punti della storia delle Cherries, 48 lunghezze e parte sinistra in graduatoria. Il lunedì si chiude con la notizia, stavolta direttamente ufficiale, dell’addio di Thiago Silva dopo quattro stagioni al Chelsea: ancora fiducia al progetto giovani Pochettino, parte un capitano veterano, chiuderà la carriera in Brasile.