AS Roma, stavolta Leverkusen boccone amarissimo: 2-0 Xabi Alonso, corsaro pure all’Olimpico
Sport
3 Maggio 2024
AS Roma, stavolta Leverkusen boccone amarissimo: 2-0 Xabi Alonso, corsaro pure all’Olimpico

Forse la notte più complicata e dolorosa dell’annata giallorossa. Anzi, senza forse. Perché se a tanti tifosi romanisti fece male la fine della storia con Mou, tecnicamente lecita e logistica, dopo una grande cavalcata su tutti i fronti per la prima volta la Roma è costretta ad affrontare e accettare una sconfitta che fa male, sotto punti di vista. Ed il Leverkusen medita la rivincita dopo l’eliminazione della passata stagione, sempre semifinali d’Europa League, quando i giallorossi conquistarono tra mille sofferenze e catenaccio mourinhano il grande accesso al sogno Budapest. Stavolta, dopo aver eliminato ancora il Feyenoord, aver distrutto il Brighton ed impartito lezione d’umiltà al Milan di Pioli, la Roma perde 2-0 all’Olimpico. L’anno perfetto del Bayer che prosegue la sua inimitabile striscia di imbattibilità, perfetta e camaleontica, un 343 moderno e rivoluzionario, pur per un sistema così storicamente abitudinario negli ultimi decenni. Merito di Xabi che scegliendo falso nueve ha colpito nei momenti decisivi, prima sfruttando l’erroraccio di Karsdorp che ha portato alla prima rete di gioiello Wirtz, poi col raddoppio con botta da fuori targata Andrich che ha portato veleni e polemiche. Nottata storta: traversa di Lukaku a reti inviolate, episodi sfortunati, un secondo tempo lontano dalla spinta della Sud che stavolta no, non ha pagato. Non è bastato l’Olimpico delle grandi occasioni a battere ancora un Leverkusen che quest’anno, quasiasi tocca tocchi, sembri possa diventare oro. Il Bayer di Xabi conquista la sua rivincita. E forse stasera qualche responsabilità la prenderà anche un uomo vero, una culla di grande, grandissimo allenatore come Daniele De Rossi. Aspettava un centravanti fisico come Boniface, ha scelto Smalling che per condizione non è sembrato invece minimante adatto a marcare movimenti di mezze punte che non consegnavano mai punti di riferimento ai difensori giallorossi. La stessa scelta di spingere anche dal basso di destra, con Karsdorp che ha vinto ballottaggio su conservazione Llorente, è stato decisivo, al contrario: «Abbiamo giocato contro una squadra forte, che se va in vantaggio diventa complicata da riacchiappare. Hanno una gamba impressionante. Peccato perché anche noi abbiamo avuto grandi occasioni che avrebbero consegnato al risultato una percezione differente. Il calcio è fatto da episodi, sarebbe scorretto parlare d’errori o ingenuità di determinati singoli. Ne usciremo tutti insieme, ma abbiamo ancora una gara di ritorno. Oggi è la serata loro, è l’anno loro. Sarà una partita difficile ma non molliamo, ci credo sempre, credo nei miei ragazzi». Roma che recrimina e si duole per l’errore all’ultimo respiro di Abraham, che avrebbe riportato il passivo al minimo e che senz’altro, senza gol in trasferta, avrebbe rilanciato chance per la gara di ritorno. Così è dura, francamente dura. Ma la Roma resta la Roma. Istituzione d’Europa League. Tra le regine assolute degli ultimi anni dell’Europa del giovedì. Ecco perché mai darla per vinta, per spacciata. S’è persa una battaglia. La guerra ancora no.