S’è parlato di valori non compatibili, addirittura. S’è toccato eccome, già nella lettera d’esonero, d’aspetto comportamentale. Ed è per questo che, dopo la reazione mediatica e clamore esterno di ieri sera, può finire veramente malissimo la storia tra la Juventus e Massimiliano Allegri. O meglio, tra la nuova.. Juventus e Max Allegri. Può finire per vie legali, può finire in tribunale. Il club sembrerebbe infatti stia seriamente vagliando se sussistano o meno le condizioni per procedere e trasformare l’esonero in licenziamento per giusta causa. Anche per risparmiare i sette milioni restanti di un contratto che altrimenti lo legherebbe comunque al club fino a giugno 2025. Danno d’immagine per l’attacco al giornalista, quello alla classe arbitrale nella persona di Rocchi post espulsione, l’atteggiamento ostacolante nei confronti di dirigenti come Giuntoli in occasione di festa e celebrazione in campo post Coppa Italia. C’è stato di tutto, ma proprio di tutto, nella notte dell’Olimpico. Sarebbero questi i motivi alla base del cavallo che spingerebbe la nuova dirigenza bianconera a chiedere il licenziamento per giusta causa a chi della Juve è stato iconografia, condottiero, emblema, unico scudiero; a chi ha respinto la corte del Real per tornare, a chi versò lacrime al suo primo addio, chi come anche ieri ripetuto dall’ex presidente Agnelli è stato amico e vissuto ogni “cellula” bianconera. C’è modo e modo, comunque. Otto anni di Juventus, cinque più tre, cinque come le Coppa Italia, cinque come gli Scudetti annessi a notte magiche e due finali di Champions nel primo stellare quinquennio. Stavolta rispetto, riconoscenza e gratitudine sono letteralmente saltati. Ed uno così, per quanto gli ultimi tre anni siano stati complicati e l’espressione tecnica abbia profondamente diviso, non riceverà nemmeno l’ultimo saluto del suo Allianz. Del suo Stadium. Della sua gente.

