di Marco Gubetti
CIVITAVECCHIA – Primo confronto a sei per i candidati a sindaco di Civitavecchia questa mattina nella sala Calamatta del Comune. Invitati dalla Confcommercio – rappresentata in questa occasione dal presidente della provincia di Roma, Romolo Guasco, e dal presidente di Civitavecchia Graziano Luciani -, i sei concorrenti in corsa per il Pincio sono stati sollecitati dal moderatore Antonio Bandinu su Civitavecchia servizi pubblici (Csp), sullo spinoso problema dei dehors, sul futuro del mercato di Piazza Regina Margherita, sul phase out e, infine, sulla prepotente crescita del crocierismo nella città portuale. Tutti e sei i candidati si sono trovati sostanzialmente d’accordo sul fatto che Civitavecchia debba finalmente mettere in atto le sue tante potenzialità, che da anni restano inespresse. Diverse, però, sono state le ricette proposte dai candidati per raggiungere il risultato.
CSP E RIFIUTI. Enzo D’Antò, candidato della coalizione che vede come capofila il Movimento Cinque Stelle insieme alla Lista D’Anto Sindaco e a Civitavecchia Popolare, ha esordito parlando di Civitavecchia servizi pubblici, dicendo che “la politica deve fare un passo indietro dalla partecipata e permettere a professionisti competenti di prendere le decisioni tecnicamente più adatte”. D’Antò si è poi soffermato in particolare sulla raccolta rifiuti e ha affermato che “occorre seguire l’esempio di Tivoli, dove, grazie a una raccolta di prossimità efficiente e a un impianto di compostaggio aerobico, sono riusciti ad abbassare le tasse sui rifiuti”. Sull’argomento rifiuti Massimiliano Grasso (candidato del centrodestra sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Civitavecchia 2030, La Svolta e Lista Grasso) ha espresso un punto di vista diverso, sottolineando che occorre passare a un sistema misto: “Porta a porta in centro storico e ricorrere a tanti punti di raccolta diffusi nelle altre zone, in modo da abbattere i costi”. Anche Vittorio Petrelli (sostenuto dalla Lista Buon Governo) si è trovato sulla stessa lunghezza d’onda: “Giusta la raccolta mista e poi occorre farsi aiutare da manager specializzati nel settore. E non importa se non sono di Civitavecchia”. Marco Piendibene (candidato del centrosinistra e sostenuto da Pd, Alleanza Verdi Sinistra, Demos, Lista Piendibene e Unione civica) ha invece voluto mettere l’accento particolarmente sulla gestione della partecipata comunale. “La politica è entrata troppo in Csp: deve uscirne e occorre stabilizzare i contratti di chi vi lavora. Basta con l’interinale”. Il candidato Paolo Poletti (sostenuto da Forza Italia, Noi Moderati, Uniti per Civitavecchia, ovvero Italia Viva e Azione, e lista Poletti sindaco) ha anche lui convenuto su una raccolta dei rifiuti mista, ma ha anche proposto un’alternativa: “C’è anche il modello Treviso, basato sui chili di indifferenziata: più il cittadino fa indifferenziata e più paga di Tari. Un ottimo incentivo per tutti i residenti a fare la massima differenziata possibile”. L’unica candidata donna, Roberta Galletta, sostenuta dalla lista civica che porta il suo nome, ha convenuto sulla raccolta differenziata mista e sottolineato come sia necessario ridare “un forte impulso al centro del riuso”.
DEHORS. Argomento importantissimo per la Confcommercio è stato quello dei dehors. In questo caso tutti i candidati hanno convenuto sul fatto che bisogna trovare un accordo con la Soprintendenza, affinché gli esercenti non siano costretti a smontare le attuali strutture per poi dover rimontare daccapo. Unica eccezione quella di D’Antò che ha sostenuto che il confronto con la Soprintendenza dovrà essere molto serrato “perché il problema principale è quello della zonizzazione e occorre eliminarlo”.
MERCATO. Altro argomento sentitissimo dai rappresentanti di Confcommercio è stato quello del mercato di Piazza Regina Margherita. Grasso, forte della sua esperienza in Adsp, ha spiegato come “la meta più richiesta dai crocieristi che arrivano in un porto è proprio quella del traditional market. Dunque occorre rimodulare l’offerta del mercato con orari diversi, servizi diversi (permettere lo street food per aumentare l’offerta turistica). Se le dimensioni non consentono un’adeguata rimodulazione si può anche pensare a una nuova e più ampia sede”. Piendibene si trova tutto sommato d’accordo con la ricetta di Grasso, ma in più mette l’accento sull’importanza del consorzio dei mercatali. “In questo modo – ha spiegato il candidato del centrosinistra – gli esercenti potranno parlare con una voce sola. Importante inoltre impegnarsi perché già sulle navi i crocieristi siano informati di quello che potranno trovare una volta sbarcati in città”. Ancora più radicale è la ricetta proposta da Poletti: “Le bancarelle – ha detto – appartengono al passato. Occorre da subito dare installazioni permanenti ai mercatali, tenere il mercato aperto anche al pomeriggio e alla sera con occasioni di food experience e spettacoli”. D’Antò, per parte sua, ci tiene subito a sottolineare che “il mercato deve restare lì dov’è adesso. Perché è importante che resti un punto di aggregazione di riferimento innanzitutto per i civitavecchiesi. Per renderlo fruibile al cento per cento occorre migliorare il trasporto pubblico in arrivo e in partenza dal mercato stesso e dotarlo di più parcheggi”.
CROCIERISMO. Quello dell’intercettare al meglio l’enorme flusso di crocieristi (ormai quasi 3,5 milioni all’anno) che transitano dal porto è un argomento che mette tutti d’accordo. “Dobbiamo recuperare un rapporto fruttuoso con l’Autorità portuale – ha spiegato Petrelli – e metter in piedi un tavolo per organizzare un pacchetto turistico a favore di tutti quei crocieristi che decidono di non andare a Roma”. Anche Piendibene conviene sull’importanza di offrire al turista degli iter preconfezionati e in più sottolinea l’importanza di aiutare gli imprenditori del posto a entrare in contatto con gli armatori affinché le grandi navi possano approvvigionarsi coi prodotti del nostro territorio”. Per Poletti sarà fondamentale “creare poli museali, recuperare tutti i beni architettonici di maggior valore, a cominciare da Forte Michelangelo”. Una visione, quella di Poletti, sottoscritta a grandi linee anche da D’Antò, che però ha richiamato l’attenzione di tutti anche sul turismo termale come attrazione in più da offrire a crocieristi e turisti. Secondo la Galletta “non occorrono grandi progetti: per attirare il turista ci vuole tanta cura per i dettagli: dalla pulizia di strade e marciapiedi e ai servizi da offrire a chi passeggia nella nostra bellissima città”. Per Grasso la sinergia con Adsp sarà fondamentale e permetterà di “recuperare Forte Michelangelo. Inoltre vogliamo istituire un museo dedicato a Guglielmo Marconi e organizzare matinée musicali alla cittadella del Musica”.
TRANSIZIONE ECOLOGICA. Ultimo argomento, ma non certo per importanza, al quale i candidati hanno dovuto rispondere è stato quello del phase out e dell’abbandono del carbone. Questa volta a prendere per primo la parola è Marco Piendibene che senza mezzi termini ha spiegato che “la centrale va smantellata, anche perché assolutamente obsoleta, e la banchina va riconvertita. Bisogna puntare con forza sull’eolico off-shore”. Secondo Petrelli la prossima amministrazione “dovrà fare di tutto per impegnarsi a rendere il nostro territorio ancora attrattivo per Enel”. Molto articolata la visione del futuro di Tvn da parte del candidato centrista Poletti che ha sottolineato come “la centrale è da smantellare, ma l’eolico off-shore non è ancora maturo. Meglio puntare su economia circolare e sulla cantieristica per recuperare la mano d’opera che rischia di restare senza lavoro”. Idee chiare anche per Enzo D’Antò che per il phase out ha proposto “massimo impegno per il recupero del retroporto, trattativa serrata con Enel e valorizzazione imprese locali senza interventi dall’esterno”. Molto precisa anche la posizione di Roberta Galletta che ha detto chiaro e tondo che “tocca a Enel riqualificare tutta l’area e il prossimo sindaco dovrà obbligare l’azienda a dare alle maestranze tutta la formazione necessaria per affrontare la transizione”. Anche per Grasso occorre “arrivare a un accordo con Enel per uscire dal carbone e intanto trasformare la zona della centrale in un polo logistico di primaria importanza per tutto il Centro Italia. Il futuro – ha chiosato Grasso – è quello dell’idrogeno verde”.


