Era nell’aria da giorni. Sostanzialmente quasi assodato. Adesso è arrivata anche l’ufficialità. L’annuncio, come era giusto fosse, lo doveva solo dare lui. Per rispetto, il diretto interessato. Leonardo Bonucci lascia il calcio giocato professionistico. Anche lui s’appresta ad appendere gli scarpini al chiodo. Un calciatore che significherà sempre eternamente tantissimo per il territorio viterbese: lui, nato a Viterbo, campione d’Italia e campione d’Europa con la Nazionale, non sono creature che nascono tutti i giorni. Indipendentemente da scelte, comportamenti, atteggiamenti e provocazioni, storicamente spesso e volentieri discutibili. O che quantomeno hanno diviso. Con un post e video suoi suoi canai social Leonardo ha voluto archiviare il suo capitolo professionale più importante, la sua vita da calciatore. 20 anni di calcio professionistico, la scelta di chiudere a trentasette primavere compiute lo scorso primo maggio, dopo un biennio senz’altro coraggioso ma complicatissimo, tra doloroso e travagliato addio alla Juve tra mille polemiche, la scelta che non ha pagato di volare da solo a Berlino per cercare di riconquistare in extremis la nazionale, quella di cambiare ancora e repentinamente dopo pochi mesi scegliendo Instanbul e muovere gli ultimi passi col Fenerbahce, senza riuscire a vincer il campionato con quell’amarezza dei quarti di Conference, persi ai rigori con l’Olympiakos. Ha così, adesso sì, partorito la decisione di tagliare la testa al toro. Passare al capitolo successivo. Chissà se sarà allenatore o dirigente, chissà se sarà nazionale, magari con altre vesti. “19. Forever. Da piccolo sognavo questa storia da raccontare promettendomi traguardi da abbracciare contro i grandi esultando, avendo fede attraverso le difficoltà con coraggio, un padre, un compagno, un marito, un calciatore, oltre la storia oggi sono io”. Questo il messaggio con cui congeda i suoi followers, Leo, che si sciacqua la bocca per l’ultima volta e da questa sera vanterà senz’altro più tempo da dedicare alla famiglia. Resterà, stando al particolarmente attuale e contemporaneo lessico guardiolano, un calciatore che per connotati e interpretazione ha cambiato diverse sfaccettature del ricercato difensore moderno, perno centrale testa alta e palla al piede, come se fosse quasi un altro play, precursore della costruzione del basso, seppur il gran segreto del successo della sua carriera siano state senz’altro le sue due colonne d’Ercole, centrali statuari, puri stellari e vecchio stampo, Andrea Barzagli e Giorgio Chiellini. Adesso sì, il ritiro è letteralmente ufficiale. Ed era giusto lo annunciasse Leonardo. Iconografia dello sport viterbese.


