Finita esattamente come si temeva tra Juventus e Massimiliano Allegri. La Juve, o meglio la nuova Juve, settimane dopo, al fine di risparmiare soldi e l’ultimo anno di contratto comunque presente sul legame col tecnico livornese, ha scelto, evidentemente dopo aver valutato le possibilità coi propri avvocati, il licenziamento per giusta causa. Il tutto per quanto accaduto nel post gara dell’ultima vittoria di un trofeo bianconero, pensate. Dall’espulsione con show al tramonto del match atalantino all’Olimpico, alle accuse rivolte al direttore di Tuttosport, passando per i segnali a Giuntoli quando inveiva al dirigente di lasciar spazio ai calciatori nei festeggiamenti e celebrazioni alla fine della finale. Un matrimonio che finisce malissimo, considerando che per presenze parliamo ancora del numero tre dei tecnici bianconeri, numero di panchine inferiori soltanto a Trapattoni e Lippi. E proprio all’inizio del weekend, nella giornata di sabato, Allegri ha ricevuto lettera e notifica a casa di licenziamento per giusta causa da parte di quella che ormai e per sempre sarà semplicemente una sua grande ex, la Vecchia Signora. La Juve, indipendentemente da quanto e come aspetti e vicissitudini siano passati in cavalleria nelle ultime settimane, aveva prima fatto una contestazione ad Allegri nel giorno dell’esonero; solo poi, dopo un’attenta valutazione con gli avvocati del club, ha proceduto richiedendo in tribunale il licenziamento per giusta causa. Dopo aver scelto coi propri invece di legali deduzioni difensive, e soprattutto dopo aver raccolto la richiesta bianconera, Allegri, che nel weekend si trova anche lui a Londra per assistere alla finale di Champions League tra Real Madrid e Borussia Dortmund, presenterà un’impugnativa del licenziamento. Una mossa che significherà chieder al club i danni d’immagine, proprio per licenziamento.

