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    Elezioni, Politica
    7 Giugno 2024
    Elezioni, a Udine stop a file diverse ai seggi per uomini e donne

    La scelta inclusiva si allinea con decisioni di Padova e Milano

    UDINE – In occasione delle prossime elezioni europee di domani e domenica il Comune di Udine ha deciso di mettere fine alla divisione tra maschi e femmine per le file ai seggi elettorali. Una scelta con cui Udine si allinea con altre città italiane, come Padova e Milano.

    Il provvedimento è stato annunciato dall’assessora ai Servizi demografici Arianna Facchini. “La scelta – si legge in una nota del Comune – rappresenta un impegno concreto dell’amministrazione per garantire il rispetto e la parità di trattamento per tutti i cittadini. La suddivisione delle file è una prassi in molti comuni, ma non trova alcun obbligo di legge, seppur per normativa le liste degli elettori e delle elettrici siano formate con distinzione in base al sesso anagrafico”.

    Attraverso una lettera ai presidenti dei seggi, l’assessorato ha richiesto che non vengano più suddivise le file degli elettori in base al genere, “nella tutela della privacy di tutte le persone rispetto al sesso anagrafico indicato nei documenti”. Il provvedimento, precisa il Comune, “mira a creare un ambiente di voto più inclusivo e rispettoso, eliminando una pratica che potrebbe risultare discriminatoria e lesiva della dignità delle persone”.

    La decisione del Comune si basa sulla considerazione della campagna nazionale “Io sono, io voto”, ma anche sulla segnalazione di Rete Lenford al garante della privacy di gravi violazioni della normativa sulla protezione dei dati personali nelle procedure elettorali.

    “Ora la speranza è che i presidenti dei seggi accolgano positivamente la nostra richiesta – afferma Facchini -: è anacronistico che le liste elettorali siano ancora suddivise fra uomo e donna, c’è il rischio di costringere le persone trans e non binarie a possibili coming out forzati che potrebbero spingere qualcuno a non recarsi a votare per il disagio. Stiamo facendo il primo passo, speriamo che il Parlamento cambi la normativa per garantire inclusione e uguaglianza per ognuno”.