La classe non è acqua. E l’esperienza nemmeno. Nonostante la miriade di problemi muscolari che hanno contraddistinto il quadro degli ultimi anni di carriera, Matteo Berrettini riscatta le assenze degli ultimi mesi tra cui quegli Internazionali di Roma che l’attendevano protagonista da padrone di casa e trionfa ancora sull’erba. Suo infatti il derby azzurro col discontinuo giovane Musetti: Stoccarda, così come quel prato verde che registra la sua 40° vittoria sul manto erboso in un circuito maggiore, resta una delle sue dimore più storiche, Berrettini se ne va in finale. Ancora una volta. Sognando di calare il tris, dopo i successi, sempre nella stessa competizione e nello stesso posto tedesco del cuore, del 2019 e del 2022. Sono test importanti quelli che il capitolino sta sostenendo in Germania: malgrado sia soltanto un ATP 250, la priorità era testare condizione atletica per sognare Wimbledon. E non era semplice: il calendario contratto del torneo teutonico poneva ottavi, quarti e semi un giorno dopo l’altro. Ebbene, da giovedì vince e basta. Ogni 24 ore. Delusione Musetti, ancora una volta: sconfitto 6-4 il primo set, crolla letteralmente nel secondo, netto e umiliante 6-0. Berrettini applaude e tesse le lodi da gran signore del suo amico, ma la prestazione del carrarino non può far altro che far scattare ulteriori punti di domanda agli addetti ai lavori del tennis italiano. Berrettini stravince dunque il derby azzurro, di classe e sorprendentemente d’ulteriore resistenza, e se ne vola ancora in finale. Domenica affronterà l’inglese Draper: non solo tris a Stoccarda, Matteo sogna di bissare il successo di quest’anno, sempre 250, di Marrakech. Per il romano si tratterà della 14° finale ATP.