Cene di lusso Dal Bolognese e al Melià: a tavola, dal 2015, il generale Liporace e l’imprenditore Fabbro consolidavano gli “intrecci corruttivi”
Cronaca
5 Luglio 2024
Cene di lusso Dal Bolognese e al Melià: a tavola, dal 2015, il generale Liporace e l’imprenditore Fabbro consolidavano gli “intrecci corruttivi”

di Simona Tenentini

ROMA – I migliori affari si sa, si concludono a tavola e, nel caso della vicenda di corruzione che ha portato ieri a diversi arresti, tra cui quello illustre del generale dei carabinieri Oreste Liporace, non potrebbe esserci detto più appropriato.

Come si legge nelle carte processuali, infatti, i rapporti tra Massimiliano Fabbro, titolare della  Fabbro Spa che avrebbe ricevuto un appalto dal valore di 700mila euro ed il generale “risalgono almeno al febbraio 2015 e si dipanano attraverso numerosi incontri e momenti conviviali, avvenuti tra Milano, Roma e Padova, anche in presenza di altri imprenditori, politici e dirigenti.

Un fitto scambio di messaggi su whatsapp cristalizza questa amicizia consolidata nel tempo e costruita intorno al tavolo dei ristoranti più rinomati: dal Bolognese a Piazza del Popolo a Roma al Grand Hotel Melià, Da Ennio al Gaudì: un’intricata rete di conoscenze, rapporti, personalismi sfociata nell’operazione di ieri al termine dell’inchiesta condotta dalla procura di Milano per traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti.

Liporace, che anni fa aveva prestato servizio col grado di Capitano presso la Compagnia di Civitavecchia, originario della provincia di Frosinone ed attualmente comandante dei Carabinieri del secondo reggimento Allievi marescialli, brigadieri di Velletri, è stato arrestato dai carabinieri del Ros, congiuntamente a De Vellis, accusato di aver corrotto Liporace, in concorso con alte due persone indagate.

Come si legge nell’ordinanza: le indagini “si sono concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara”.

Secondo l’inchiesta il generale Liporace sarebbe stato corrotto dall’imprenditore con oltre 22mila euro, erogati tra il 2020 e il 2021 sotto forma di un contratto di affitto intestato alla sorella di Liporace, la cui “stipulazione – è l’ipotesi accusatoria – è stata solo strumentale a corrispondere denaro”.

Numerosi anche i benefit di altro genere: borse griffate Louis Vuitton, per un valore complessivo superiore agli 11mila euro, un servizio di noleggio auto con conducente durante un soggiorno di due giorni a Milano nel dicembre 2019, biglietti per lo stadio Olimpico di Roma e per uno spettacolo al Teatro alla Scala.