A livello internazionale sarà forse pur passato di moda. Forse. Ma a livello nazionale, nonostante siano i mesi e gli anni in cui è giustissimo celebrare chi è andato più avanti di tutti, che ha scritto e ribaltato storia portando il tricolore nel mondo del tennis davanti a tutti come Jannik Sinner, è giusto continuare ad emozionarsi per Matteo Berrettini. Atleta straordinario, ancora comunque iconografia dello sport azzurro, che continua a macinare nonostante mille infortuni e problemi fisici pagine di storia della sua carriera straordinarie. Più cade, più si rialza. Per quanto può. E al momento quanto può restano gli ATP 250. Il capitolino insegue il suo secondo torneo 2024, dopo Marrakech d’inverno scorso. E stavolta, a livello di grandi nomi, quelli prestigiosi e blasonati che vanno di moda ai giorni d’oggi, l’ha fatta ancor più grossa. Vendicato Fognini, che ai quarti di Gstaad proprio non ha potuto far altro che soltanto provare ad arginare lo strapotenere del rivale ellenico. La rivincita l’ha scritta Berrettini, che in semifinale ha riscattato la sconfitta del collega azzurro: colpo e lampi di classe stellari contro una delle giovani potenze elevate dei giorni d’oggi, greco battuto in due set, prima 7-6 e poi 7-5, punteggi che proiettano immediatamente (copertine internazionali tutte per lui) Berrettini a giocarsi domani la finale dello Swiss Open. E se la giocherà, perché affronterà il francese Halys, colui il quale grazie all’ennesima è riuscito ad eliminare un altro delle potenziali sorprese come il transalpino che ha avuto la meglio su un altro dei favoriti, naturalmente il tedesco Struff. Se per ovvi motivi invece il favorito dell’ATP 500 di Amburgo resta Medvedev, considerando le eliminazioni dei coraggiosi azzurri Darderi e Cobolli, al campione russo non resta altro che aspettare l’esito della semifinale tra Baez e Fils, a Bastad trionfa Nadal che, dopo Navone batte prue Ajdukovic e torna a giocarsi una finale ATP. Eterni e straordinari.