E allora le Alpi sono tutte sue. Che sia erba come in Svizzera o che sia terra rossa come in Austria, dopo lo Swiss Open arriva immediatamente un altro successo per The Hammer. Ha rispettato i pronostici e completato due settimane da urlo, per quanto ATP 250. Matteo Berrettini trionfa pure a Kitzbuhel, nemmeno una settimana dopo Gstaad, un doppio cammino mozzafiato in cui divora ogni avversario alpino e dopo la Svizzera si prende pure il circuito austriaco. E dopo aver fatto fuori gente come Tabilo e Hanfmann oggi doveva completare l’opera: pronostici rispettati, francese Gaston rispedito al mittente, ancora due set a zero chiusi 7-5 il primo e 6-3 il secondo. Un successo che vale ancor di più se vogliamo, perché il transalpino ieri era pur rimasto a riposo, vincendo la finale a tavolino. Il decimo circuito trionfale della sua carriera, il terzo dell’anno, se consideriamo Marrakech. Con questo successo scala ulteriormente la classifica ATP e passa tranquillamente ai TOP 40. Ma come abbiamo continuato a narrare per tutta la settimana, le argomentazioni alla fine di questa doppia settimana alpina trionfale diventano due: se è vero che doveva ritrovare successi ma soprattutto continuità fisica dopo mesi e anni più che travagliati, ma quando “The Hammer” sta bene merita altri palcoscenici. Deve alzare il livello, necessariamente, se brilla così. Ha divorato tutto e tutti. Deve alzare e tornare almeno ai 500. Ora gli US Open, ponte determinante per gli Australian. Ma che peccato, un Martello così, non ammirarlo alle Olimpiadi.

