E non avrebbe potuto sognare o desiderare rivincita più eroica, solenne, eterna, straordinaria. Eterna come l’ultimo immenso traguardo centrato. Nole Djokovic viene incoronato a 37 anni come uno dei pochissimi della storia del tennis mondiale a vincere il cosiddetto Golden Slam in carriera: il serbo ha coronato la sua carriera, ha appena vinto la medaglia d’oro più prestigiosa, quella alle Olimpiadi, più di ciliegina sulla torta anzi consacrazione definitiva tra i più grandi della storia di questo sport, a susseguire i “fantastici quattro” titoli: Wimbledon, Roland Garros, Australian Open e US Open. Qualcosa di maestoso. Che a 37 anni descrive la grandezza di questo atleta. Indipendentemente da ogni polemica, da ogni scelta, da qualsiasi comportamento. La medaglia d’oro, il gradino del podio più alto alle Olimpiadi arriva conquistando la rivincita più attesa, quella col nuovo generazionale fenomeno del tennis spagnolo, quel Carlos Alcaraz che aveva mostrato a tutto il mondo stoffa, pasta, presente e futuro battendo due volte il professor serbo a cavallo tra Wimbledon 2023 e Wimbledon 2024, entrambe le volte in finale. Ha saputo lottar, vender cara la pelle, combattere, mostrare tutte le sue poderose qualità ma stavolta niente da fare: la voglia di rivalsa, l’esperienza e la classe, sussurrate da quelle divinità sportive che stavolta non potevano far altro che assecondare, baciare e sposare il sogno di uno dei più grandi, Nole, per l’appunto. Che in un doppio 7-6 combattutissimo sul filo del rasoio al termine di una battaglia durata ore ma che ha graziato i palati di tennisti, sostenitori e addetti ai lavori, si porta a casa le Olimpiadi 2024 in singolo, centrando pure l’ultimo traguardo che mancava alla sua eterna carriera. Solo il quinto di sempre, pensate, a coronare il Golden Slam: nemmeno campionissimi come Federer erano riusciti a completare un quadretto del genere. Il più prestigioso a cui ambire se sei tennista a livelli come questi. Al fischio finale niente show: i minuti della vittoria sono dedicati a lacrime e famiglia, anche lui mostra cuore, mostra umanità, si rende conto di ciò che ha realizzato e pure un duro come lui deve arrendersi all’emozione di quanto ciò abbia appena scritto. Eterno, Nole Djokovic. Era forse la sua ultima occasione. Per Alcaraz, invece, dopo mille successi, è solo il primo di tanti appuntamenti a cinque cerchi. Lo sa, lo sapeva, lo saprà. Il futuro è nelle mani, le sue, di Sinner. Ma Nole c’è riuscito: adesso sì, medaglia d’oro, primato pure a Parigi 2024.

