Nemmeno quest’anno il campionato della Roma è iniziato nella maniera corretta. Arriva soltanto un misero punto infatti tra Cagliari ed Empoli. Se il punticino sardo attendeva infatti l’esame della domenica successiva per assumere un sapore o completamente l’opposto, la Roma si catapulta nel disastro tecnico e lascia totalmente l’intera posta in palio ad un club che lotterà da qui a fine stagione soltanto per salvarsi, il piccolo Empoli che per la prima volta nella sua storia sbanca l’Olimpico giallorosso. E’ 2-1 quello azzurro nella Capitale: un gol per tempo, prima l’esperienza di Gyasi poi il raddoppio di chi ha fame di rilancio come Lorenzo Colombo col bolide dal dischetto piena ripresa, un doppio colpo che trafigge i cuori delusi di un Olimpico come sempre gremito, tutto esaurito, per la prima in casa dei propri beniamini, la prima di fine stagione, la prima a fine estate. E c’era tutto per godersi una delle ultime serate calde stagionali, calde di passione, atmosfera elettrica ad effetto per omaggiare e festeggiare Dybala, identità e romanticismo. Ma non è bastato. Perché De Rossi ha le sue colpe e Ghisolfi molte di più, questa Roma resta un cantiere aperto: sfilacciata e scomposta nel primo tempo, colpita in transizione di chi sa esser molto più squadra, ingenua come Paredes nella ripresa, reazione da singoli e impazzata nel finale quando per riaprirla ci deve pensare addirittura chi a Trigoria forse non ha più nemmeno il parcheggio auto, professionista doc come Eldor Shomurodov. L’assalto finale accende l’Olimpico ma non sortisce effetti sperati, gol sfiorati e legni, mischie e palla che accarezza la linea di porta, Dovbyk che ancora il cartellino proprio no, non riesce a timbrarlo. Il cocktail fa 2-1 Empoli e fischi a fine gara. Il grande entusiasmo del popolo giallorosso del tardo pomeriggio si trasforma in musi lunghi e tradizionali musi lunghi e calcetti di stizza ai Borghetti sui san pietrini d’Obelisco a fine gara. Questa Roma è un cantiere aperto. Domenica c’è la Juve e già cinque punti sono rimasti lì, nello storico degli obiettivi minimi non centrati. DDR ci mette la faccia, mastica amaro e chiede più cattiveria, sottolineando tecnicamente marcature preventive e transizioni. Serve completare una rosa con due pezzi dietro e un paio tra centrocampo/esterni, a meno di cinque giorni dal gong di calciomercato. Responsabilità. Sbagliato far processi, ma giusto argomentare e riflettere. Delusi.

