(Adnkronos) – Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha avvertito i ribelli Houthi dello Yemen che pagheranno “un prezzo elevato” per “qualsiasi tentativo” di danneggiare Israele dopo l’attacco registrato poche ore fa nel centro del Paese. “Coloro che hanno bisogno di un promemoria su questo argomento sono invitati a visitare il porto di Hodeida”, ha sottolineato all’inizio di una riunione del suo gabinetto, riferendosi al bombardamento effettuato dalle forze israeliane il 20 luglio come rappresaglia per l’attacco con droni lanciato dagli Houthi contro Tel Aviv, costato la vita a una persona.
Gli Houthi hanno intanti reso noto di aver condotto “un’operazione contro un obiettivo militare” a Jaffa, utilizzando “un nuovo missile balistico ipersonico che è riuscito a raggiungere il suo obiettivo”. Il portavoce militare del gruppo yemenita Yahya Saree ha affermato che “abbiamo condotto un’operazione militare di alta qualità mirata a un obiettivo militare nell’area di Jaffa. L’operazione è stata condotta con un nuovo missile balistico ipersonico che è riuscito a raggiungere la sua destinazione. La difesa del nemico non è stata in grado di intercettarlo”.
Nasruddin Amer, vice capo dell’ufficio stampa degli Houthi, afferma in un post su X che il missile lanciato dallo Yemen ha raggiunto Israele dopo che “20 missili non sono riusciti a intercettarlo”, descrivendo l’attacco come “l’inizio”. L’Idf ha dichiarato che sono in corso indagini sul tentativo di intercettazione del missile.
Il portavoce degli Houthi, Yahya Saree, ha intanto minacciato che Israele deve aspettarsi ulteriori attacchi nelle settimane che precedono l’anniversario della “benedetta operazione del 7 ottobre”. Gli attacchi che gli Houthi lanceranno, ha aggiunto il portavoce, saranno lanciati a sostegno del popolo palestinese e in risposta all’operazione di luglio dell’aeronautica militare israeliana, che ha visto l’Iaf colpire le infrastrutture degli Houthi nella città portuale yemenita di Hodeidah.
Il missile balistico lanciato dallo Yemen ha colpito Israele questa mattina, con sirene scattate in tutto il centro del Paese. A riferirlo è stato l’esercito israeliano, che inizialmente ha parlato di un lancio “da est” che avrebbe colpito un’area aperta senza provocare feriti. Non è chiaro, spiega il Times of Israel, se il missile sia stato intercettato, mentre le indagini delle Idf sono ancora in corso.
Video e immagini pubblicati online mostrano intanto il fumo che si alza dalla boscaglia nei pressi all’autostrada Route 1, vicino al centro di Israele, apparentemente causato da schegge dopo che le forze di difesa israeliane hanno tentato di abbattere il missile balistico lanciato dallo Yemen. Una foto sui social mostra i danni a una scala mobile in una stazione ferroviaria alla periferia di Modiin, a circa 25 chilometri a est di Tel Aviv.
I media libanesi riferiscono che l’esercito israeliano ha lanciato volantini nel villaggio di Wazzani, al confine con il Libano meridionale, invitando i civili della zona a evacuare.
I volantini invitano la popolazione delle aree evidenziate al confine, vicino a Ghajar, a evacuare prima delle 16 ora locale a causa dell’attività di Hezbollah nella zona. “Hezbollah sta sparando dalla vostra zona – si legge sui volantini -. Dovete lasciare immediatamente le vostre case, dirigervi a nord verso la città di Khiam entro le 16 e non tornare fino alla fine della guerra. Chiunque si trovi in questa zona dopo quell’ora sarà considerato un terrorista”.
Un cecchino israeliano ha ucciso un dipendente delle Nazioni Unite sul tetto della sua casa nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha riferito l’Onu. Sufyan Jaber Abed Jawwad, un netturbino dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, è stato colpito giovedì ed è il primo dipendente dell’Unrwa ucciso in Cisgiordania in più di un decennio.
Un allarme infiltrazione di droni è intanto suonato a Kiryat Shmona e in altre città vicino al confine con il Libano, riporta il Times of Israel. Anche gran parte del resto della penisola della Galilea orientale è sotto allarme, tra cui Metula, Tel Hai e Manara. L’allarme, si legge, è arrivato poco dopo che le autorità locali avrebbero riferito ai residenti che le forti esplosioni che stavano sentendo erano state causate dal fuoco delle forze di difesa israeliane.
Fonti dei media locali riferiscono che un drone lanciato dal Libano è esploso nella città di Metula, al confine settentrionale. Non ci sarebbero feriti, ma secondo le prime informazioni si registrano alcuni danni. Alcuni rapporti suggeriscono che il drone sia esploso prima che venissero attivate le sirene.
Sirene suonano anche nell’Alta Galilea e sulle alture di Golan, in rapida successione, riporta ancora il Times of Israel citando il Comando del Fronte Interno delle Forze di Difesa Israeliane. Le sirene comprendono comunità da Kiryat Shmona a Trump Heights, nel Golan centrale. Rapporti non confermati dei media locali indicano che un gran numero di razzi sono stati lanciati sul nord di Israele e sulle alture di Golan in un attacco.
Il presunto attacco arriva dopo che l’Idf ha dichiarato di aver attaccato diversi depositi di armi di Hezbollah, inclusi alcuni nelle profondità del Libano.
”Continuo ad essere vicino a tutte le famiglie degli ostaggi, cessi il conflitto in Palestina ed Israele, cessino le violenze, cessino gli odi, si rilascino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni di pace”. Lo ha detto Papa Francesco dopo l’Angelus davanti ai fedeli a piazza San Pietro.
Il ministero della Salute di Gaza, guidato da Hamas, ha intanto dichiarato che il bilancio delle vittime a Gaza ha raggiunto quota 41.206 dall’inizio della guerra. Finora, nel conflitto sono rimasti feriti altre 95.337 persone, ha aggiunto il ministero di Gaza.