Una domenica decisamente serena per le romane, la prima in concomitanza dopo settimane soprattutto in casa giallorossa più che turbolente. Col sospirone di sollievo alla fine la Roma la scampa, evita lo sgambetto del Difra e batte la piccola matricola Venezia per 2-1 all’Olimpico. Una rimonta in piena ripresa, prima allestita dal fortunoso pareggio di Cristante dalla distanza, poi grazie alla favola, vera e pura: l’emozione di Pisilli, romano e romanista, colpo di testa perfetto in area di rigore, rimonta completata e corsa ad abbracciare panchina e staff tecnico, un abbraccio che metaforicamente coinvolge la sovrastante tribuna Monte Mario, dove spesso s’assiepa la sua famiglia, ormai ogni domenica. Tifosi e sostenitori che specialmente in un momento di contestato allontanamento di bandiere come DDR, non potevano apprezzare di meglio. Qualcuno che vive l’AS Roma come loro. Perché se Bove è andato via, Pisilli è stato ponte evidentemente continuità tra Mourinho, De Rossi e Ivan Juric, tutti tecnici che gli hanno sempre conferito fiducia e responsabilità. E quel volto emoziona, tutti. Dai tempi delle dolorose sconfitte in primavera, fino alle gioie in prima squadra: qualcuno che questa maglia la sente, la vive, la sogna. Un sogno che sta cavalcando e percorrendo fino al primo, anche decisivo, timbro in Serie A. Momenti che non si dimenticano mai. Giovanissimo classe 2004, da più di dieci anni settore giovanile giallorosso, tutta un trafila con la lupa sul petto e scalfita nel cuore. Cresciuto a Palocco, dai primi passi fino all’Olimpico: adesso sì, tutto vero, inizia a giocare e incidere in pianta stabile. La speranza è che questo viaggio sia soltanto all’inizio
Sport
30 Settembre 2024
AS Roma, le ore della favola Pisilli: barlume e giallorosso in un settembre turbolento