L’incubo volge al termine. Paul Pogba vede uno spiraglio di luce. La squalifica che ha sostanzialmente ucciso calcisticamente la carriera di uno dei più grandi centrocampisti francesi del decennio precedente, perno indiscutibile della Francia campione del mondo nella rassegna di Russia 2018, è stata finalmente dimezzata. Quando a 30 anni passati prendi 4 anni è chiaro che hai ben poche speranze davanti al tuo futuro. Sembrava pronto ormai ad appendere gli scarpini al chiodo, invece non s’è mai arreso. Lui, che scelse Torino e Max Allegri per chiudere la carriera a grandi livelli, salvo poi diventare chi, per quel doping, condannò tecnicamente il ritorno di Max. Che senza di lui, forse, affondò. O quantomeno, tra mille teorici e quel terzo posto che alla Continassa non sarà mai il primo, non fu mai abbastanza. Fu la sconfitta di un padre e di suo figlio calcistico. Oggi, almeno Paul, vede la luce. Barlume di resurrezione. La notizia è la riduzione della squalifica per assunzione di sostanze dopanti che sembrava potesse aver messo definitivamente fine alla carriera da calciatore che, tra infortuni e difficoltà soprattutto nella fine della sua complicata avventura a Manchester, sembrava ormai rassegnato a dover appendere gli scarpini al muro. Squalifica ridotta e ricorso vinto. Squalifica che adesso dunque scende a 18 mesi, notevole diminuzione rispetto ai 4 anni originari. Decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport, il famoso TAS di Losanna. Sotto sotto ci sperava. E può festeggiare. Chissà se Motta gli restituirà una chance, a primavera sarà pronto, chissà che giocatore ritroveremo.

