Roma – Un parco per Nils Liedholm a Trigoria, anche Nela alla cerimonia
Sport
8 Ottobre 2024
Roma – Un parco per Nils Liedholm a Trigoria, anche Nela alla cerimonia

ROMA – Giallo e rosso ma anche lealtá e saggezza, sono i colori e i tratti distintivi della vita e della carriera di Nils Liedholm, calciatore e allenatore del secondo scudetto della Roma. In totale, la leggenda del calcio, ha collezionato 322 panchine in giallorosso, vincendo anche tre Coppe Italia. Soprannominato il “Barone”, Liedholm, prima degli anni d’oro giallorossi, ha disputato anche sette stagioni nel campionato di calcio svedese, dal 1942 al 1949, per poi trasferirsi in Italia, al Milan, dove ha concluso la sua attivitá agonistica nel 1961, totalizzando 359 presenze e 81 gol.

Il ricordo di Liedholm nella Capitale è talmente forte, che il Comune ha deciso di dedicargli un parco a 102 anni dalla sua nascita. La targa è stata scoperta questa mattina in via Gustavo D’Arpe, a due passi dal centro sportivo di Trigoria. Per l’occasione erano presenti il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, l’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato, la presidente del Municipio Roma IX, Titti Di Salvo, il figlio di Niels Liedholm, Carlo Lideholm e tanti campioni dell’ex panorama giallorosso, come gli ex difensori Sebino Nela e Ubaldo Righetti.

L’ex campione giallorosso, Sebino Nela, ha ricordato con emozione quegli anni magici della Roma. Anni in cui è entrato subito nel cuore dei tifosi che hanno cominciato a osannarlo con il coro “Picchia, Sebino, picchia”, per le sue entrate al limite ma confinate nella sportivitá.

“Aver cominciato a vincere in quegli anni ha formato un senso di appartenenza a questa cittá. Nils è stato un grande calciatore e un grande allenatore, era l’unica persona che con una battuta poneva delle domande e dava delle risposte”, ha detto Nela. Anche l’ex giocatore della Roma, Ubaldo Righetti, ha ricordato Liedholm come un giardino pieno di divertimento e di bellezza: “Ho tanti ricordi che mi legano al mister, soprattutto le sue battute. Una volta disse che quando giocava, un suo colpo di testa era stato talmente forte da aver preso la traversa avversaria e c’era stato il contropiede per la squadra avversaria. Lui era questo, era estremo”.

Liedholm, l’allenatore piú amato della storia giallorossa, negli anni della sua carriera ha sempre avuto un accompagnatore d’eccezione, il figlio Carlo, che oggi, in occasione della cerimonia, ha rivissuto quegli anni magici nella Capitale. “Mio padre amava Roma, gli era entrata nel cuore – ha detto -. Gli piaceva girarla di notte perchè era troppo famoso. Per i tifosi romanisti la Roma era come il parente malato di cui se ne parlava sempre bene, c’era questa affezione unica della gente”.

Un legame con Roma, dunque, che loha accompagnato per tutta la vita. Anche fuori dal campo, il suo stile e il suo modo di essere sono sempre rimasti fedeli a quello che mostrava sul terreno di gioco. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha raccontato: “Liedholm è partito da studi di ragioneria per poi applicare questa sua intelligenza anche nel gioco. Ha avuto una carriera bellissima, è stato una bandiera anche del Milan, ha vinto 4 scudetti da giocatore e uno da allenatore. Era un uomo che non voleva che Roma si abituasse alla normalitá, aveva un umorismo fulminante e garbato”.

Per l’assessore allo Sport di Roma, Alessandro Onorato, Liedholm “ha lasciato un ricordo indelebile, soprattutto per l’aspetto umano: era un signore, un simbolo di un calcio romantico che è riuscito a farsi apprezzare da tutti. Abbiamo voluto fortemente intitolargli un giardino, perchè la memoria è una componente fondamentale del nostro presente e la base da cui partire per il nostro futuro”.