Altro che reazione da grande gruppo. Anzi, altro che reazione da grande squadra, dopo Parma. Qua siamo oltre. Contro ogni pronostico della vigilia, dopo il successo in Coppa Italia all’Olimpico, la Lazio mette a segno il colpo più grosso del weekend di Serie A bissando anche al Maradona: battuto il Napoli di Conte, incidente di percorso per l’ex capolista di un bagarre lassù arrivati ormai a Natale tra le più belle dell’ultimo decennio. E tra queste ci sono proprio i biancocelesti: in tanti oggi s’aspettavano il forte, tosto e arcigno Napoli dei titolari far la voce grossa, invece il vero muro tatticamente perfetto col suo equilibrio sì ma sempre frizzante e pericoloso lo diventa ancora Baroni, che azzecca pure i cambi e togliendo le due punte titolari lancia Noslin che pesca nello spazio quel gioiellino quest’anno sempre più sgrezzato, super gol di Isaksen col mancino a giro a battere Meret e gelare il Maradona. Napoli sulle gambe, su quelle gambe che se non girano, non possono bastare grossa fisicità o palle inattive: palese assenza di qualità o imprevedibilità, se confrontata a quelle delle altre lassù, in termini soltanto di pura espressione. Perfetta invece la Lazio chiude ogni varco e conquista ogni copertina del lunedì. Mai dimenticarsi della Fiorentina, però: ottava vittoria consecutiva in campionato, altra assoluta rivelazione, iscritta lassù alla lotta tra i grandissimi. Battuto uno a zero pure il Cagliari: siluro Cataldi, dedica a Bove. In fondo notte tenebrosa per il Verona: niente da fare, non c’è modo di uscir dalla crisi, pure l’Empoli a vele spiegate 4-1 al Bentegodi. Zanetti, adesso sì, ha le ore contate. Non riesce invece il colpo ripartenza al Como di Fabregas, riacciuffato 2-2 nella piscina di Venezia. Lunedì sera chiude il quadro della quindicesima giornata il posticipo tra Monza ed Udinese.

