Editoriale UK. Fantascienza Postecoglou, Chelsea a nozze: la rinascita Blues, decollata l’era a stelle e strisce
Sport
9 Dicembre 2024
Editoriale UK. Fantascienza Postecoglou, Chelsea a nozze: la rinascita Blues, decollata l’era a stelle e strisce

Il Chelsea fa sul serio. Ricostruito, eccome. Un lavoro sottovalutatissimo, quello di Mauricio Pochettino, un anno e contestatissimo a Stamford Bridge ma gran finale a cambiare corso degli eventi di giovanissimi viziati e da sgrezzare: palestra, sacrificio, mentalità, modo d’esser Premier. Qualcosa s’era rotto comunque col club, il nuovo club americano, divergenze di vedute e strade separate. Quindi avvento Maresca, guardiolano illuminato lanciatissimo post Leicester: il resto è storia, storia recente. Il Chelsea degli americani “spendaccioni” è diventato grande: gruppo sano, direzione giusta. Calcio evoluto e contemporaneo, a tratti scintillante. Arrivano pure punti e vittorie pesanti, vittorie da attributi, come quella di ieri. L’ultimo esame di maturità è stato definitivamente superato: ancora successo al Tottenham Hotspur Stadium, sempre più terra di conquista blues, quasi quel vecchio “Three Points Lane” come veniva definito dalla tifoseria del Bridge a schernire i rivali bianchi. Rimontona e sempre e super Cole Palmer, che ispira e trascina; Enzo leader, funziona tutto, pure Sancho alla riscossa tra staffilata e consacrazione. Il Chelsea è secondo e prende le copertine col quattro a tre a Londra nord che lo proietta a quota 31, unica al secondo posto, a quattro lunghezze dal Liverpool di Slot, fermo un turno per la tempesta Darragh che ha rinviato l’ultimo derby del Mersey a Goodison Park di sempre. Partita rocambolesca, derby assurdo, quello di ieri. Assurdo come Postecoglou, le sue idee, il suo calcio. Sopra due a zero dopo dieci minuti per consegnare alla Premier gli altri 80 di follie, scelte scellerate, fantascienza allo stato puro. E vincono gli altri. Undicesimo posto per gli scriteriati Spurs, ma ancora misteriosamente popolo totalmente assuefatto dal pittoresco e folkloristico tecnico australiano. Il club, non può esser altrimenti, si interroga. Per l’Arsenal invece, per quanto ritrovato, la Premier è sempre Premier e non si va oltre il pari 1-1 sulle rive del Tamigi a Craven Cottage: sblocca Jimenez e pareggia ancora Saliba ancora su corner (marchio biancorosso, sempre più forti e completi), ma grossi rimpianti e sfortuna per i Gunners che su un campo così tosto la sbloccherebbero e ribalterebbero pure all’ultimo respiro ma sul gioiello di Martinelli per Saka che varrebbe il sorpasso sul Fulham il Var segnala una posizione irregolare che spegne la gioia d’Arteta e dei suoi, punti che lasciano l’Arsenal terzo a 29, a più due su quel City ancora quarto che come noto dal pomeriggio dal sabato esce senza i tre punti da un campo comunque storicamente tosto come Palace. La rotta verso quel desiderato tornar grandi è al contempo ancor più ardua nell’altro versante di Manchester, col tre a due esterno del Forest (tra le realtà assolute, come spesso narrato e descritto, di questa Premier) all’Old Trafford. Stasera si chiude il quadro del turno, poi coppe europee: all’Olimpico West Ham – Wolves, Lopetegui si gioca presente e futuro contro il suo passato.