Domani sarà tempo di derby dell’Appennino. Al Dall’Ara in scena Bologna-Fiorentina, una delle sfide più intriganti dellla sedicesima domenica di Serie A 2024/25, con una delle sfide tradizionalmente più stuzzicanti e non a caso sentite degli ultimi decenni di massima serie. 20 anni fa Rui Costa e Batistuta da una parte che sfidavano i vari Baggio e Anderson, o gli stessi Chiesa e Nuno Gomes contro Signori e Cruz, senza considerare doppi ex storici come Alberto Gilardino. Quest’anno una gara che assume una valenza, proprio in questi termini, decisamente più piccante: Italiano, l’uomo delle tre finali ma tutte perse, che ha salutato il suo ciclo viola attraversando l’Appennino per ereditare il lavoro di Motta a Bologna. Italiano, un personaggio che a Firenze ha diviso, eccome. Oggi passato. Oggi arriva una Viola che vola, quella di Palladino. Che sta lassù, davanti a Milan e Juventus, clamorosamente in piena lotta Champions ed a pochi punti dalla vetta. Forse lei la vera rivelazione dell’anno, quantomeno ultimo rendimento alla mano. Ed a spingere il gruppo fiorentino, che come sempre preparata meticolosamente la nuova trasferta dopo la goleada sul Lask in Conference, pure il giglio più atteso: Edo Bove. Già. Venerdì dimesso dall’ospedale Careggi dopo l’intervento di martedì, quello grazie a cui gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo e removibile, adesso sì, finalmente dopo quasi due settimane da quei drammatici attimi durante la sfida all’Inter è potuto tornare ad assaggiare casa, famiglia, normalità. La stessa vissuta sabato mattina: il ritorno al Viola Park, l’abbraccio ai suoi compagni, il calore del club e del gruppo di Palladino. Atmosfera unica e sorrisoni, vicinanza massima. Carica reciproca. Per un ragazzo che nelle prossime settimane sosterrà gli esami necessari per capire i motivi di quel collasso e finalmente potrà capire i prossimi passi della sua attività professionistica.