logo
    Cronaca
    30 Dicembre 2024
    Chiude la storica testata Metro: “Editori sanguisughe e sfruttatori”, la denuncia di un collaboratore

    di Simona Tenentini

    ROMA – Quasi un quarto di secolo nelle metropolitane di Roma e Milano e d’improvviso, il 23 dicembre, la chiusura del free press Metro da parte della New Media Enterprise, la società editrice, con un laconico comunicato al comitato di redazione nel quale si annunciava: “l’interruzione della produzione dal 23 dicembre 2024 e dell’attività lavorativa giornalistica dal 31 dicembre 2024”.

    Metro era in crisi da tempo, aveva cambiato più volte proprietà e dal 2012 aveva considerevolmente ridotto il suo organico, chiudendo alcune delle sue edizioni locali. Tra il 2005 e il 2006 venivano stampate circa un milione di copie al giorno mentre,  alla fine dell’anno scorso, l’editore dichiarava una tiratura di 180mila copie in tutta Italia e 500mila utenti unici al mese sul sito.

    Un drastico crollo cui è seguita l’inevitabile serrata.

    Inevitabili le reazioni di colleghi e collaboratori.

    Particolarmente dura la denuncia di uno di loro, Andrea Sparaciari:

    “Il 24 dicembre ha chiuso Metro, il giornale per il quale ho lavorato per 18 anni. In quel giornale sono cresciuto, mi sono sposato, ho fatto figli, ho perso genitori, ho vissuto, insomma. È stato molto più di un posto di lavoro, ma una vera famiglia. Ora quella famiglia è stata dispersa. Per colpa di editori sanguisughe e semi-analfabeti che hanno pensato solo a come spolpare l’esistente (che era tanto) e, quando l’esistente è finito, a saccheggiare le casse pubbliche (che era tanto anche quello). Sempre con la scusa di voler “rilanciare la testata”, frase ripetuta all’infinito. Come ho scritto, con gli editori di Metro ho ingaggiato da tempo una dura battaglia legale. Per adesso ho sempre vinto. Ma sono tutte vittorie di Pirro, perché in queste situazioni, anche se hai la coscienza pulita, se ti sei comportato sempre nel modo giusto, se sei stato onesto, insomma, se hai ragione da vendere, perdi. Perché a vincere sono quelli che non pagano gli stipendi, che non versano il Tfr, che ti rubano i contributi volontari, ti fanno lavorare quando non devi lavorare, quelli che poi chiudono la società, lasciando i debiti.

    Del resto, le srl sono così, non risponde mai nessuno in solido. I miei ex colleghi passeranno un Natale drammatico, mentre i responsabili sono in vacanza all’estero. Intanto il Paese perde una testata che per anni ha fatto dell’ottimo giornalismo. Nonostante le risatine dei colleghi e gli sguardi di superiorità. C’è stata molta più libertà a Metro che in molte altre testate, fidatevi. Insomma, il mio ex giornale chiude e in pochi si rendono conto del patrimonio che è stato perso. E ancora meno se ne dolgono. Io so cosa siamo stati e perché Metro non c’è più. So chi sono i responsabili e le motivazioni. Forse un giorno qualcosa cambierà in questo schifo di Paese e allora ne riparleremo.

    Forse…Metro è morto

    Lunga vita a Metro”.