![](https://www.lacronaca24.it/lacronaca24/news/wp-content/uploads/sites/2/2024/12/22950197_small.jpg)
Adesso è arrivata anche l’ufficialità. Uno scarno comunicato a metà mattinata a scaricare un signore vero, Paulo Fonseca. Preme il grilletto Cardinale, lo fa assieme alla dirigenza rossonera, all’indomani del pari interno con la Roma per una decisione probabilmente partorita già nelle settimane precedenti. “AC Milan comunica ufficialmente di avere sollevato Paulo Fonseca dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile. AC Milan comunica ufficialmente di avere sollevato Paulo Fonseca dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile. Il Club ringrazia Paulo per la grande professionalità e gli augura il meglio per il futuro”. Se ne va dunque un signore che a dispetto dei bei risultati in Champions, storica e indimenticabile notte al Bernabeu, paga l’ottavo posto in campionato ed un rapporto con gli elementi più importanti della rosa tutt’altro che idilliaco, Theo e Leao su tutti. Un Ibra che fino ad un mese fa aveva sempre difeso la sua/loro scelta, un resto della società che però non era mai uscita allo scoperto, come avrebbe dovuto fare, per prendere posizione e difendere il tecnico. Tra l’altro col passare delle ore emergono dettagli che il Milan nascose ai più, estate scorsa: Fonseca firmò un contratto triennale ma se entro i sei mesi (e quindi Capodanno, ndr..) avrebbe voluto cambiare tecnica, avrebbe dovuto pagar lo stipendio al tecnico lusitano soltanto fino a giugno 2025, cancellando gli altri due anni di contratto, sostanzialmente. E ciò fa riflettere, eccome. Era in prova. E forse lo ha sempre saputo. E così come spesso accade nel calcio moderno restano tutti e paga sempre l’allenatore. Il Milan americano scrive la parola fallimento, tecnico, a ciò partorito estate scorsa, tra lo scetticismo generale. E la scelta successiva sarà ancor più particolare, nella storia rossonera: un altro portoghese, diverso, più duro, meno filosofale. Arriva Sergio Conceicao, papà dell’asso della Juve, tecnico che da calciatore vestì nella grande A dei primi duemila maglie rivali come quelle della Lazio, del Parma o dell’Inter stessa. L’ex allenatore del Porto atterrerà a Malpensa alle 14.30, poi firmerà quel contratto di sei mesi più opzione, almeno fino al termine della stagione. Un finale d’anno col botto in cassa rossonera. Botti sì, ma deprimenti.