Un ultimo giorno di mercato di riparazione invernale piuttosto scoppiettante rispetto agli ultimi. In un mercato che si sa, a dispetto di quelli internazionali, è senz’altro meno ricco. Forse storicamente meno pirotecnico o da copertine, ma pur sempre affascinante. Stavolta invece qualcuno ha recitato ruolo di primordine da copertine sì e pure internazionali, come il Milan, che dopo Walker e Gimenez ha chiuso col botto le sue ultime ore invernali: fioccato pure Joao Felix, come descritto e ampiamente narrato nella giornata di ieri. E non finì così, perché più che il concomitante arrivo di Sottil, ma segnalata un’operazione non indifferente in mediana, perché va a toccare un elemento che sì proveniva da anni di infortuni ma pur sempre storico dell’era Pioli: va via Bennacer, nonostante titolare del derby, 13 milioni al Marsiglia. Entra Bondo, prestito con diritto di riscatto dal Monza dell’amico del cuore Galliani. Se esultano i tifosi rossoneri, fronte mercato decisamente meno quelli azzurri, come Conte stesso. La Fiorentina alla fine ha continuato a far muro su Comuzzo: resterà alla Fiorentina, Commisso ha desiso di respingere pur l’ultimo assalto del Napoli che era arrivato a offrire 30 + 5 di bonus. Il primo cambio di Rrahmani e Buongiorno a Napoli resta Juan Jesus, così come niente Spagna per Rafa Marin: numericamente torna necessario. Non è entrato Comuzzo, è tornato alla base. E fa specie perché su Comuzzo il Napoli aveva destinato l’investimento che settimane fa, post cessione di Kvara, tutti pensavano destinasse all’attacco: così non è stato, altro che Guarnacho o Adeyemi, alla fine non entra nemmeno la terza pista Saint-Maximin (operazione troppo lontana e complicata). Ecco che l’opportunità diventa Okafor: prestito a due milioni, diritto senza obbligo di riscatto a ventitre. Rimasti sia Raspadori che Ngonge: esercito Conte a remar tutti verso la stessa direzione. Ma Kvara, senz’altro, non è stato sostituito da alcun top player.


