Non è stato un mercato semplice per il Latina Calcio. Le necessità di classifica e soprattutto gli infortuni di inizio autunno, senza dimenticare anzi fatto estremamente determinante l’incalzante contestazione contro proprietà e società dilagante ormai tra le piazze della città da mesi e mesi, avevano richiesto al club interventi ad inizio mese. Magari spendendo qualcosa di più, ma non sussisteva ulteriore tempo d’attendere. E per onor di cronaca, proprio a cavallo tra festività e l’inizio del nuovo anno, sono arrivati risultati positivi che hanno smosso il team dalle ultimissime posizioni. Cura Boscaglia davanti a tutto, l’esperienza del navigatissimo e sapiente condottiero che in questi mare sa muoversi, figura che ha fatto la differenza e farà ancora la differenza, uno che in carriera a queste latitudini ne ha davvero vissute di tutti colori. Aveva richieste specifiche e sperava venissero accontentate tutte, ma entro la chiusura non è stato così: sette ingressi, fiocca l’esperienza di un fluidificante come Rapisarda pedina potenzialmente preziosa sia in fase di spinta che marcatura, ma davanti non s’è completata quella rivoluzione che l’allenatore pretendeva. Alla fine è rimasto il neo, il cruccio, la figura pesante e adesso pur ingombrante, nei piani di Boscaglia: quel Mastroianni per cui è saltato scambio all’ultimo respiro, quello con Yeboah (attaccante di spinta, di gamba, d’attacco alla profondità, decisamente più di movimento), tempi tecnici che non hanno permesso di chiudere un’operazione con cui avrebbero sorriso sia Latina che Monopoli, tirata d’orecchie decisamente importante ad entrambe le società, si dovevano svegliar prima. Ma adesso tempo di voltar pagina. Il Latina non ha accontentato completamente Boscaglia, ma più della metà degli obiettivi sono stati raggiunti. Basteranno per tirarsi fuori dalle torbide acque playout? Il Latina è cresciuto, ma non basta. Serve di più. Parola al campo e testa a domani: Cavese, per riagganciare proprio i primi diretti concorrenti per evitare lo spareggio salvezza. Non s’è fatto tutto, ma s’è fatto. Voltare pagina.

