Prosegue la stregata maledizione nella discesa dei Mondiali femminili di sci alpino per la bandiera tricolore. Italia anche a Saalbach senza podio, senza medaglie, tantomeno quell’oro che ormai resta chimera. Per l’unico precedente, pensate, bisogna fendere storia e secoli: risaliamo addirittura al 1932 per l’unico oro di sempre firmato dalla mitologica Paula Wieginger. A Saalach una maledizione che resta tale, persino peggio del previsto. Che non fosse la pista di Federica Brignone ma per velociste pure era già chiaro: chiude in Top 10 ma distantissima dal podio, podio che aveva raggiunto giovedì’ con l’orgoglioso argento che cimenta una stagione straordinaria, comunque, l’ennesima. E pensate che la prima azzurra a fioccare è Nicole Delago, che chiude in ottava posizione. Giornata amara per l’Italia perché la nostra velocista di punta resta Sofia Goggia, che doveva far meglio, nettamente: parte discretamente bene ma tra lanci e curve perde secondi, velocità fatale, che non recuperà più. Oltre il danno, storia nella storia, anche la beffa: chiude sedicesima, ad un passo da Vonn, quindicesima, acclamata dal pubblico. Storia incredibile, tornata protagonista a questi livelli cinque anni e mezzo dopo: leggendaria. A vincere e sorprendere invece è un’altra statunitense: Breezy Johnson. Partita col pettorale N1, sfrutta al massimo le pendenze, mostra quanto e come in una pista del genere devi restar morbido, una pista così multiforme, tutto ciò che lei gestisce meglio di tutti, una discesa preparata meglio di tutte le altre ed esce fuori la gara della sua vita: primo oro in carriera, sbalorditiva rivelazione. A completare il podio la padrona di casa Puchner e la ceca Ledecka. Il prossimo appuntamento diventa il Gigante: fondamentale per Brignone, voglia di riscatto e totale ambizione per restare lassù, massime vette di classifica generale.

